“Industria ceramica, è tempo di parlare di nucleare”

L’auspicio del ministro dell’ambiente Pichetto Fratin e del presidente di Confindustria Orsini al convegno inaugurale di Cersaie.

di Davide Miserendino

Un distretto che riesce, investendo, a non piegarsi di fronte alle difficoltà del momento. E che continua a interrogarsi sul suo ‘futuro energetico’, sondando nuove piste che vanno dall’idrogeno, già in uso, al nucleare.

Sono stati tanti gli spunti di riflessione emersi nel corso del convegno "Transizione energetica e competitività internazionale per la ceramica italiana", che ha aperto l’edizione 2024 di Cersaie. Il salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, in programma fino a venerdì 27 settembre, è già entrato nel vivo della sua attività: tantissime le persone che visitano i padiglioni del quartiere fieristico di Bologna alla ricerca delle ultime novità nel campo delle superfici, dell’arredo e del design. 

Il convegno inaugurale, da sempre momento apicale della fiera, ha visto gli interventi di ospiti di primo piano, come il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e il numero uno di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi

È stato proprio Ciarrocchi a fare gli onori di casa, fotografando la situazione della ceramica italiana: “Oggi vediamo una flessione del mercato, scontiamo la crisi internazionale. E avvertiamo anche gli effetti del ‘post superbonus’. È una fase che mette tutti a dura prova, ma queste aziende continuano a investire e ad alzare il livello della qualità e del design”. Ciarrocchi ha sottolineato anche la centralità della questione dell’approvvigionamento energetico, suggerendo l’importanza di iniziare a ragionare seriamente sul nucleare. 

Parole raccolte dal ministro Pichetto Fratin, che ha detto: “La domanda di energia nei prossimi 25 anni raddoppierà. Dobbiamo trovare necessariamente delle alternative. La ricerca e la sperimentazione sul nucleare rappresentano un passaggio che dobbiamo fare. Dobbiamo darci un quadro legislativo. Magari - ha aggiunto - nel corso del prossimo Cersaie il mondo ceramica potrà iniziare a ragionare sull’opportunità di adottare piccoli reattori”.

Il filone del nucleare è stato ripreso, nel suo intervento, anche dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini: “Oggi - ha spiegato - in Italia paghiamo il 40% in più del prezzo europeo. Negli Stati Uniti si pagano 8 euro per megawatt/ora, da noi sono 39-40. Non possiamo non parlare di nucleare - ha scandito il presidente - Noi continuiamo ad avere in mente l’immagine di grandissime centrali, ma oggi le cose sono cambiate: sono stati fatti enormi passi avanti a livello tecnologico. In Italia abbiamo imprese leader al mondo che fanno sperimentazione, ma la fanno su suolo non italiano perché qui vige il divieto. I micro reattori possono essere un aiuto molto importante per le imprese del nostro comparto. Non ha senso - ha chiuso - continuare a comprare energia dalle centrali francesi che sono qui a un passo”.

Un’altra suggestiva lettura della situazione economica italiana e, in particolare, del distretto ceramico, è stata quella fornita dal direttore della Fondazione Edison Marco Fortis: “Mai come oggi - ha detto - la manifattura italiana è stata competitiva: siamo i quarti esportatori mondiali. Nei primi sette mesi dell’anno abbiamo superato il Giappone: nessuno dieci anni fa ci avrebbe scommesso un euro. Il settore delle piastrelle ceramiche è indiscutibilmente uno dei nostri fiori all’occhiello”. 

Al convegno hanno partecipato anche l’assessore allo sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla, il presidente di ICE Matteo Zoppas, l’amministratore delegato di Simest Regina Corradini D’Arienzo e il presidente di Bologna Fiere Gianpiero Calzolari.

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