Finisce l’era di Cevisama come fiera autonoma

Al suo posto, da settembre 2026, Cevisama Contract, una sezione integrata nella fiera del mobile di Valencia, Habitat.

Dopo oltre 40 anni di storia, Cevisama interrompe il suo percorso come salone internazionale della ceramica e arredobagno, la vetrina dell’industria spagnola che si svolgeva ogni anno in febbraio a Valencia.

Ad annunciarlo, il 5 giugno, è stata la stessa Fiera di Valencia, comunicando che nel 2026 Cevisama non avrà luogo a febbraio come fiera autonoma, ma, recuperando il brand Cevisama Contract, sarà integrata ad Habitat, la fiera del mobile di Valencia che si svolge in settembre insieme a Textilhogar (tessile per la casa) ed Espacio Cocina (salone dell’arredocucina).  

Una decisione sicuramente sofferta e difficile per Feria Valencia, che, preso atto dell’evidente mancanza di condizioni per lo svolgimento di Cevisama, tenta per lo meno di potenziare la sua offerta fieristica nel settore dell’interior design, aggiungendo ad Habitat. Textilhogar ed Espacio Cocina anche i comparti rappresentati da Cevisama Contract, ossia bagno e accessori, ceramica, pietra naturale e altre superfici.

Un Cevisama in crisi dal 2022

Sebbene la notizia abbia creato un certo scompiglio nel distretto ceramico di Castellon, la scelta di Feria Valencia non può sorprendere più di tanto, considerato il constante declino di Cevisama negli ultimi 3-4 anni. Il progressivo abbandono di espositori (la defezione di Pamesa nel 2022 è stata seguita da molte aziende ceramiche e, dal 2023, da tutti i colorifici), più inclini ad orientare l’investimento verso eventi privati nelle proprie showroom di Castellon, ha avuto come epilogo un’ultima edizione 2025 decisamente deludente: 4 padiglioni solo parzialmente occupati, appena una quarantina di stand di aziende ceramiche spagnole, 59.695 visitatori, in calo del 15% dal 2024 e ben distanti dagli oltre 90mila delle ultime edizioni pre-covid. Il 2026 sarebbe stato senza dubbio peggiore per il sommarsi di nuove defezioni. Da qui la decisione, inevitabile e comprensibile, di Fiera Valencia che ha preferito evitare il protrarsi dell’agonia. O, come scrive il Direttore di Ascer Alberto Echavarria in un post su LinkedIn, “una decisione onesta, stante l’impossibilità di garantire agli espositori rimasti una manifestazione di successo, o quanto meno redditizia”.

E ora?

È evidente che Cevisama Contract, rivolto al target progettisti e non alla distribuzione, non può rappresentare una soluzione idonea per tutto il settore ceramico spagnolo. In tutti gli eventi internazionali di questo tipo la presenza della ceramica si limita ad alcune aziende e a specifiche tipologie di materiali ad alto valore, capaci di rispondere alle esigenze dei prescittori, spesso personalizzate.

Ha perfettamente ragione, quindi, Echavarria, quando spiega che Cevisama Contract potrà essere sì interesante per alcune imprese ceramiche spagnole – alcune peraltro già presenti in Habitat, soprattutto nel segmento delle lastre per arredo -, ma non sarà la risposta per chi lavora con distributori e rivenditori”, realizzando volumi importanti, oltretutto per lo più all’estero. Per tutti loro, ovviamente, settembre 2026 significa Cersaie a Bologna.

La posizione di ASCER, enunciata nelle parole del suo direttore, è comunque chiara:

Anche nella sua peggior edizione [ndr. quella del 2025], Cevisama ha attirato 60.000 visitatori di cui quasi 15.000 internazionali. La maggioranza delle aziende associate continua a ritenere interesante poter contare su una fiera nazionale di riferimento per supportare il brand Tile of Spain, e come associazione continueremo a lavorare affinché un evento di questo tipo possa esistere”.

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