Edilizia europea, un 2002 in risalita
Il mercato tedesco, che da solo rappresenta il 28% dell'intero mercato europeo dell'edilizia, è "l'osservato speciale". Il 2001 si è chiuso con una perdita del 5,5%; il 2002 sarà anch'esso negativo, con un calo previsto pari al 2,5%. Dal 1994 al 2001 il Pil tedesco è cresciuto del 12%, ma gli investimenti in costruzioni sono crollati del 13%.
I grandi paesi europei - Germania, Spagna, Italia,Gran Bretagna e Francia - rappresentano il 75% dell'intero mercato delle costruzioni della Unione Europea. Fortunatamente la Germania è stato l'unico tra questi a chiudere l'anno in negativo.
Il risultato migliore si è avuto in Spagna, che ha registrato una crescita del 5,4% e che prevede per il 2002 un ulteriore aumento del 4,1%. Tra i paesi dove l'edilizia cresce a ritmi superiori a quelli del Pil vi sono la Gran Bretagna, che ha chiuso il 2001 con un +3,8% con previsioni per il 2002 che indicano un +2,3%, e l'Italia, dove il mercato delle costruzioni è cresciuto del 2,5% nel 2001 e si manterrà su analoghi livelli di aumento anche quest'anno (le stime indicano infatti un +2,3%). Meno positiva la situazione in Francia, dove gli investimenti in edilizia si sono fermati ad un modesto +1,8% l'anno scorso, e che addirittura prevede un calo dello 0,2% nel 2002.
Il 2001 si è caratterizzato per un andamento decisamente negativo in tutti gli altri paesi della UE, mercati certamente minori, ma che segnano una netta inversione di tendenza rispetto ai tassi fortemente positivi di crescita registrati in passato.
Flessione quindi in Belgio, che segna -4,6%, in Austria (-1,2%), in Danimarca, che chiude a -4,9%, in Irlanda, che registra un calo del 5,1%, in Portogallo (-0,1% nonostante i lavori in corso per i campionati europei calcio del 2004). Non rosea la situazione anche in Finlandia che chiude il 2001 con un +0,4%.
E' evidente come la debolezza della congiuntura economica del 2001 abbia inciso negativamente sul settore delle costruzioni, pesando non tanto sull'edilizia non residenziale - che registra percentuali piuttosto stabili - quanto piuttosto sull'edilizia residenziale che sta attraversando un periodo di sostanziale crisi: l'andamento risulta positivo solo in Spagna, Francia, Olanda, Regno Unito e Italia.
A livello europeo, nel 2001 gli investimenti in edilizia abitativa hanno subito un calo complessivo del 2,2% rispetto all'anno precedente. La diminuzione maggiore si è registrata nel comparto della nuova edilizia abitativa, dove gli investimenti sono scesi del 3,9%. A contribuire ad un risultato così negativo è stata certamente la Germania, dove nel 2001 sono stati rilasciati solo 312.000 permessi di costruzione, ossia meno della metà di quelli emessi nel 1994. Una decisa battuta d'arresto si è registrata anche in Portogallo, dove negli ultimi anni era proprio la domanda di nuove case a trainare l'intero mercato.
La frenata non ha lasciato immune neppure il comparto dell'edilizia di recupero. Gli investimenti in rinnovo e manutenzione del parco abitativo europeo sono calati nel 2001 dello 0,1%, mentre nel 2002 è prevista una lieve ripresa, che non supererà comunque il +0,6%. E solo grazie agli incentivi previsti dai diversi governi e agli effetti della crisi che affligge il nuovo residenziale, per cui si preferisce ristrutturare le vecchie abitazioni piuttosto che acquistarne di nuove.
In controtendenza è l'andamento del settore dei lavori pubblici, che ha conosciuto nel 2001 un trend di forte crescita in quasi tutti i paesi, con +11% nel Regno Unito, +10% in Spagna, +6% in Svezia, +15% in Irlanda. Maglia nera anche in questo caso alla Germania, al Belgio e alla Danimarca, che hanno chiuso in calo.
Bene anche il segmento delle costruzioni non residenziali, cresciute nel 2001 del 2,3% e previste in ulteriore aumento nel 2002 (+1,7%), con punte di spicco in Spagna, grazie agli investimenti in nuovi uffici.
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