L'Italia riaccende i forni
Via libera già dal 27 aprile alla riapertura dei reparti produttivi nel distretto ceramico italiano, che rientra tra quelli di “rilevanza strategica in quanto fortemente orientati all’export”.
Da lunedì 27 aprile anche le aziende ceramiche italiane hanno potuto riaccendere i forni dopo un’interruzione di cinque settimane dell’attività produttiva. Il via libera si deve alla nuova interpretazione dei Ministri dello Sviluppo Economico, della Salute e delle Infrastrutture e dei Trasporti, per i quali tutte le aziende orientate prevalentemente all’esportazione sono da considerarsi attività di rilevanza strategica e possono quindi riprendere la produzione previa comunicazione al Prefetto. Non solo le aziende produttrici di piastrelle, quindi, ma anche il comparto a monte, quello dei fornitori di impianti e attrezzature, materie prime, smalti e colori.
La nota dei Ministri ha di fatto recepito l’allarme lanciato a più riprese da tutto il mondo industriale, ossia che il prolungamento della sospensione rischierebbe di far perdere al Paese importanti quote di mercato (vedi le note di Confindustria Ceramica e Acimac).
Per il distretto ceramico sassolese la ripartenza arriva quindi con una settimana d’anticipo rispetto alla data del 4 maggio fissata dal Governo Italiano per l’avvio graduale della Fase 2 di allentamento del lockdown. “Prove tecniche”, potremmo definirle, assolutamente soggette al pieno rispetto dei protocolli di sicurezza in materia di salute dei lavoratori, come quello siglato già il 10 aprile da Confindustria Ceramica e i sindacati e al quale le aziende si sono già adeguate.
In realtà, non tutte le realtà ceramiche del comprensorio sassolese hanno colto l’opportunità di riaprire lunedì scorso, preferendo attendere il 4 maggio. La grande maggioranza però sì, e tra questi i grandi gruppi del settore, tra cui Gruppo Concorde, Florim, Marazzi, Iris, Panariagroup, Rondine, Italgraniti, solo per citarne alcuni. Si tratterà di ripartenze graduali, secondo le necessità di ogni azienda, prima di arrivare a produrre a pieno regime. Ma almeno è un passo avanti per allinearsi ai concorrenti stranieri che in queste settimane hanno potuto proseguire l’attività o che l’hanno interrotta per molto meno tempo. “Al momento siamo al 60% dell’attività - dichiarava Emilio Mussini, presidente di PanariaGroup, a Il Sole 24 Ore il 28 aprile – “Non che tutto sia risolto, anzi, tuttavia possiamo almeno arginare la fuga dei clienti, che stavano iniziando a guardarsi intorno per cercare alternative all’Italia”.
Fase 2: Per Florim è Florim Care, per ripartire in sicurezza
La ripartenza non coglie impreparata Florim, da sempre particolarmente attenta e sensibile al benessere e alla salute dei propri dipendenti. Per tutelarli è stato messo a punto il progetto FLORIM CARE, basato su un rigoroso protocollo e 4 pilastri portanti: Diagnosi, Distanza, Digitalizzazione e Dispositivi.
Oltre ad avere già individuato e sottoposto a stretta sorveglianza sanitaria tutti i lavoratori fragili, in questa prima fase l’azienda ha predisposto il controllo della temperatura a dipendenti e ospiti su base volontaria. A disposizione dei lavoratori tutti i dispositivi di protezione individuale (mascherine, visiere, guanti usa e getta, prodotti sanificanti superfici e gel sanificanti mani), mentre la squadra di primo soccorso sarà dotata di kit integrativo per garantire la sicurezza.
Per rispettare le distanze minime, sono stati predisposti orari scaglionati e varchi d’ingresso diversificati; in tutti gli spazi comuni, soggetti a sanificazione periodica, è stato indicato il numero massimo accettabile di persone presenti in contemporanea e segnalato visivamente i punti a rischio assembramento. Chiusi gli spogliati, riorganizzati i punti di raccolta in caso di evacuazione, garantito e agevolato il servizio lavanderia per gli addetti alle fabbriche. È anche in fase di sviluppo un dispositivo con sistema di rilevazione di prossimità dotato di led che allerta i lavoratori in caso si trovino troppo vicini.
Per il personale degli uffici proseguirà il lavoro in modalità “Smart Working” con meeting e riunioni a distanza.
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