Speciale Mosbuild - Logel: tecnologia per la gestione della planarità
Dalla sua nascita ad oggi, il mercato della ceramica è stato sempre in continua evoluzione: le ricerche tecnologiche condotte in questo settore hanno consentito di creare materiali sempre più complessi e ricchi di particolari. Il mercato oggi non si accontenta della semplice piastrella perfettamente piana e regolare, ma richiede un prodotto che si distingua per la presenza di inserti ed irregolarità che creano dinamicità nel materiale stesso.
La produzione di tali materiali, irregolari nella struttura e nella superficie, rende molto complessa la fase di scelta a causa della difficoltà nell’individuazione di criteri in grado di definire se un prodotto sia da scartare, dato che la caratteristica principale del materiale risulta essere la non regolarità.
Nelle macchine utilizzate per la planarizzazione delle piastrelle, attualmente sono impiegati sensori ottici a tasteggio diretto che lavorano sia nel campo della luce visibile (laser) che dell’infrarosso.
L’impiego di queste tecnologie ha portato un notevole vantaggio in termini di durata e manutenzione delle macchine rispetto ai vecchi tastatori a rulli, anche se sono state introdotte sensibilità al colore dei materiali misurati e problemi di riflessioni che provocano rilevamenti errati. Inoltre, l’impiego di sensori sempre più moderni e precisi ha permesso di leggere tutte le asperità di cui è costituita la superficie di un materiale strutturato.
Occorre quindi chiarire il concetto di materiale strutturato suddividendo i materiali non regolari in due categorie:
- materiali che presentano al loro interno inserti di materiali diversi, ma che presentano generalmente una superficie piana: di questa categoria fanno parte tutte le piastrelle che contengono al loro interno dei frammenti di quarzi o vetri che possono perturbare la misura della planarità creando disturbi al sensore ottico;
- materiali che presentano una superficie non planare, costituita da avvallamenti più o meno accentuati.
In entrambi i casi una tecnica di misura della planarità basata sulla scansione dell’intera superficie della piastrella risulta inefficacie: infatti il sensore che effettua un rilevamento in un punto interessato da un quarzo acquisisce un valore errato, mentre nel caso di una superficie irregolare il piano ideale che meglio approssima la superficie misurata non è significativo al fine di determinare la planarità in quanto esso viene determinato considerando gli avvallamenti presenti nella struttura superficiale del materiale. Quest’ultimo problema risulta accentuato dal fatto che non tutte le piastrelle hanno una struttura superficiale simile per cui il piano ideale calcolato dipende dallo stampo con cui è stata creata la piastrella stessa.
Un metodo efficace ed applicabile per eliminare i problemi sopra evidenziati consiste nell’implementazione di opportuni algoritmi matematici che individuano i punti della piastrella non significativi al fine del calcolo della planarità (zona interessata da un quarzo o da un avvallamento superficiale): tali punti vengono scartati automaticamente e non considerati in fase di classificazione del materiale. Per essere efficaci, tali algoritmi devono essere applicati ad una tecnica di misura che non preveda la scansione di tutta la superficie del materiale, ma soltanto la misura effettuata in alcuni punti significativi del materiale stesso: i punti più significativi sono quelli in prossimità dei bordi della piastrella in quanto, in fase di posa vengono accostati gli uni agli altri.
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