La classifica dell'edilizia europea
Nella top ten tracciata dal rapporto, seguono per anzianità delle abitazioni la Svezia con il 69% e la Danimarca con il 66,8% del parco abitativo antecedente al 1970. In Danimarca poi circa la metà (42%) dei 2 milioni e mezzo di abitazioni è stata costruita prima del 1945. Anche le case inglesi e francesi sono vecchie: in Gran Bretagna su un totale di più di 25 milioni di abitazioni il 41% è stato edificato prima del 1945 e solo il 13% dopo il 1971. Analoga situazione in Francia dove il 66% delle case risale a prima del 1970. Il paese con il parco abitativo più giovane è invece l'Irlanda (circa 4 milioni di abitanti) con il 43% delle case costruite a partire dagli anni Ottanta. Seguono altri due piccoli Paesi: la Finlandia con una popolazione di 5 milioni e 200 mila abitanti e il 56.5% delle case costruite dopo gli anni settanta, di cui il 32.7% edificate dopo il 1971, e il Portogallo (10.336.000 abitanti) con il 31% del parco abitativo successivo al 1971. Il 47% dei greci e degli olandesi abitano in case costruite dopo il 1971. Mentre in Olanda e in Lussemburgo quasi il 29% delle abitazioni sono posteriori al 1980.
Quanto alle dimensioni degli alloggi, l'Europa presenta un panorama variegato. Le case con maggiore superficie calpestabile si trovano in Lussemburgo (125 mq), mentre per quelle di nuova costruzione il primato spetta alla Danimarca con 137 mq, dove la dimensione media per l'intero patrimonio abitativo è di 108.9mq. In Grecia i nuovi edifici misurano 126.4 mq, ben 47 mq più grandi rispetto alla media. Un aumento nelle dimensioni delle case si registra anche in Belgio, (115 mq nei nuovi edifici contro gli 86.3 mq dell'abitazione media) Olanda, Francia, Germania, Spagna, Austria, Finlandia. Quest'ultimo paese, nonostante un aumento di circa 10 mq, rimane l'area europea con le case più piccole, 76,5 mq in media. Lo precedono la Grecia (79,6 mq) il Portogallo (83 mq) e la Gran Bretagna (85 mq). Diminuiscono le dimensioni delle case svedesi. Da 89 mq di superficie calpestabile media si passa agli 83 delle nuove abitazioni. Anche in Portogallo perdono in ampiezza, passando a 82.2 mq. Un importante ridimensionamento anche in Italia. I 26 milioni e mezzo di case hanno una dimensione media di 90. 3 mq, mentre quelle di nuova costruzione perdono 10 mq, passando a una media di 81,5. Al fanalino di coda per le nuove abitazioni troviamo la Gran Bretagna con una media di 76 mq, 9 lunghezze in meno rispetto alle dimensioni medie.
Negli Approfondimenti: il trend delle nuove abitazioni, gli investimenti lordi in abitazioni, le abitazioni mono familiari e il testo integrale del rapporto
Alcuni piccoli Paesi europei sono quelli che hanno una percentuale maggiore di abitazioni mono familiari sul totale del parco abitativo. Al primo posto l'Irlanda con il 92,4% di case singole su un totale di un milione e trecento mila case. Seguono Belgio, Olanda e Lussemburgo, rispettivamente con 80%, 70.9% e 68.8%. L'Italia all'ultimo posto con solo il 30% di abitazioni monofamiliari. E' preceduta in coda alla classifica dalla Spagna con il 37,7% di abitazioni monofamiliari su un totale di circa 19 milioni. Seguono la Finlandia con il 40.3% e la Germania con il 45.6%.
L'Irlanda, dove il 61% delle abitazioni è posteriore al 1971, dato il ridotto numero di abitanti è al primo posto anche nel rapporto tra nuove costruzioni e popolazione, con 13, 7 nuove case ogni mille abitanti. Il primato sul numero totale delle nuove abitazioni spetta invece alla Germania, nonostante solo l'11% del suo parco abitativo sia stato edificato dopo il 1980: 4 milioni e 230mila nuove case sono state costruite nel 2000, anche se già l'anno dopo (l'ultimo del quale si hanno i dati) le nuove costruzioni diminuiscono di 1 milione di unità, in linea con un trend decrescente iniziato negli anni ottanta. Una crescita costante si registra in Spagna, dove le nuove abitazioni passano da circa 2 milioni e 600mila unità nel 1980 a oltre 3 milioni nel 2001. Dato molto positivo anche in rapporto alla popolazione, con 9,1 nuove case ogni mille abitanti. Dietro la Spagna, anche la Francia supera i 3 milioni di nuovi edifici (dati 2000) e consolida una crescita iniziata a metà degli anni ottanta. Fanalino di coda il Lussemburgo con solo 17mila nuove case (3,1 ogni mille abitanti). E' preceduto dalla Svezia con 129mila nuove unità abitative e una diminuzione nelle nuove costruzioni che continua dal 1980. Analoga situazione per la Danimarca che passa dalle 30mila nuove case del 1980 alle 16 mila del 2001.
La Germania è lo stato europeo che investe una quota maggiore del proprio prodotto interno nell'edilizia. Una percentuale che si assesta attorno al 32% a partire dagli anni ottanta e che rimane a tutt'oggi invariata. Scendono invece gli investimenti negli altri paesi. La diminuzione maggiore in Grecia dove si passa dal 33% del 1980 ad appena il 21% del 2001. Anche in Danimarca, nel 2001, gli investimenti sono scesi di 8 punti percentuali. Il Paese ha investito il 21% del suo prodotto interno lordo in abitazioni. In calo anche il mercato in Spagna, Belgio e Olanda. L'Italia perde solo 3 punti percentuali nel periodo compreso tra il 1995 e il 2001, col 23% del Pil del 2001 speso nell'edilizia. Aumentano invece gli investimenti in Irlanda e Austria, che è passata dal 23% del 1980 al 27 del 2001. Segnali positivi provengono infine da Lussemburgo, Francia, Italia, Svezia e Gran Bretagna dove, nonostante la flessione del mercato negli ultimi anni, si registra un aumento di un punto percentuale negli ultimi due o tre anni.
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