L'export sostiene il settore dei sanitari in ceramica


Un settore particolarmente fertile dal punto di vista delle esportazioni. È questo che caratterizza la 2° indagine statistica nazionale di settore realizzata da Confindustria Ceramica.
L'industria dei sanitari italiana lo scorso anno ha esportato 3.379.939 pezzi, il 39% delle vendite complessive (+2% in volume rispetto al 2006).
L'unione Europea rappresenta la principale area di sbocco della ceramica sanitaria; vi confluiscono, infatti, i due terzi delle esportazioni totali, di cui il 23% in Spagna, l'8% in Gran Bretagna. A seguire la Francia con il 7% e la Germania con il 6%.
Marginali le vendite nelle Americhe e in Asia, rispettivamente il 2% e il 2,18% del totale.
La suddivisione dell'export per tipologie produttive vede il Vitreous China e il Fine Fire Clay con il 32,3% delle esportazioni totali (il 70% verso il mercato europeo), mentre il Fire Clay copre il 67,7% delle vendite all'estero, i due terzi verso l'Unione Europea, Spagna in primis.

Prodotti nel 2007, 9.260.000 pezzi (-6%), di cui 4.722.600, pari al 51%, realizzati nel comparto civitonico. Le vendite totali sono state pari a 8.680.000 pezzi (-3,6%) per un fatturato complessivo di 650 milioni di euro (362 milioni di euro realizzati in Italia e 287 milioni di euro all'estero). I vasi e i lavabi coprono il 50% delle vendite complessive, una percentuale che supera i 4/5 se si considerano anche piatti doccia e bidè.

Per quanto riguarda le importazioni, i volumi sono stati pari quasi a 3 milioni di pezzi (inclusi anche prodotti intercompany), in aumento del 14,2% rispetto al 2006.
Sono i mercati extra-comunitari quelli che esprimono i volumi maggiori, con una quota pari al 53% del totale. Tra questi la Cina che si pone al primo posto fornendo al mercato italiano oltre 670.000 pezzi (23% del totale).

Il consumo apparente nel 2007 si attesta quindi su 8,3 milioni di pezzi pari a un valore di 475,5 milioni di euro.

A fine 2007 il settore (4.650 addetti in totale) contava 51 aziende, 43 concentrate nel solo distretto di Civita Castellana che raggruppa anche 48 dei 59 stabilimenti produttivi dove avviene l'attività industriale dell'intero settore.

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