Macchine per ceramica, il settore tiene: 2,37 miliardi di fatturato nel 2023
Rallenta la crescita del settore rappresentato da Acimac, che comunque chiude il 2023 con un +0,9% sul 2022. L’export vale 1,72 miliardi. Il Presidente Lamberti: “Nonostante la congiuntura complicata, il settore non ha arretrato”.
Il settore dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica chiude il 2023 ritoccando al rialzo il fatturato del 2022, di fatto segnando un nuovo record all time. Il comparto ha infatti consolidato la sua posizione a quota 2 miliardi, attestandosi a 2.373 milioni di euro. Il rialzo è stato solo di un punto percentuale (+0,9%), segnando un marcato peggioramento del ritmo di crescita (nel 2021 era stato del +39%, nel 2022 del +14%). Il giro d’affari complessivo è in realtà il combinato disposto di una maggiore crescita (+1,8%) delle vendite all’estero e di una lieve flessione del fatturato nazionale (-1,2%). Il risultato è andato oltre le aspettative, infrangendo anche la stima dei preconsuntivi di 2,31 miliardi.
I dati sono stati resi noti dal Centro Studi Mecs – Acimac nella 32^ Indagine Statistica Nazionale, che ogni anno fotografa l’andamento di un comparto composto da 138 imprese (una in più rispetto al 2022) e 7.281 addetti (-0,6% sul 2022).
I mercati internazionali
L’export delle imprese italiane fornitrici di macchine e attrezzature per l’industria ceramica ha generato un fatturato pari a 1,72 miliardi di euro (+1,8% sul 2022), il più alto di sempre da quando vengono effettuate le rilevazioni statistiche. La percentuale sull’intero giro d’affari è pari al 72,7%.
L’Unione Europea resta in testa come bacino di riferimento per il Made in Italy, nonostante la brusca frenata che si è registrata: 387 i milioni fatturati, con un calo pari al -27%. Il Sud America balza al secondo posto con 302 milioni e un balzo del +38%. Sul terzo gradino del podio l’area asiatica (India, Indonesia, Vietnam, Thailandia, Bangladesh ecc. Cina esclusa), con 296 milioni (+14% sul 2022). Seguono Medio Oriente, Nord America, Est Europa, Africa, Est Asia (Cina e Taiwan) e Oceania.
Il mercato interno
Le vendite sul mercato italiano sono rimaste sostanzialmente stabili, cedendo solo il -1,2% e una chiusura d’anno a 648 milioni (nel 2022 la corsa si era fermata a 657 milioni di euro).
I settori clienti
È la suddivisione del fatturato tra i settori clienti il dato più significativo dell’indagine 2023, dato che, se da un lato ha visto il calo dell’industria delle piastrelle (-1,3% con fatturato sceso appena sotto quota 2 miliardi di euro), dall’altro ha visto la crescita dei laterizi (134,6 milioni di euro, +24%) e dei sanitari (118 milioni di euro, +8% sul precedente anno).
Fatturato per tipologia produttiva
I cambiamenti nelle quote di fatturato realizzato dalle varie tipologie di macchine vedono arretrare le macchine per la formatura (407 milioni di euro, -14% sul 2022), gli stampi (-4%), gli impianti di cottura (-14%) e di finitura (-5%). Sono invece cresciute le macchine preparazione terre (418 milioni di euro, +15%), le macchine per l’essiccazione (+13%) e le macchine per stoccaggio e movimentazione (+26%).
Le aspettative per il 2024
L’Indagine Statistica realizzata dal Centro Studi Mecs ha anche rilevato le aspettative delle imprese del settore per l’anno in corso, caratterizzato da una generale incertezza sui mercati internazionali. Ne emerge che il 28,3% delle aziende stima comunque una crescita del business, contro un 31% che prevede risultati stabili sul 2023 ed un 40% di imprenditori pessimisti che prevedono un calo dell’attività.
“Un rallentamento, ma senza cedere”
“Sostanzialmente i dati consolidati 2023 hanno confermato l’idea dei preconsuntivi: siamo sì di fronte a un altro record all time, ma non possiamo brindare vista la brusca frenata della curva della crescita del settore – dichiara il Presidente di Acimac Paolo Lamberti –. La fotografia del 2023 sembra quella dell’anticamera di una riduzione del giro d’affari, che stiamo verificando in questo 2024. Tuttavia, va anche segnalata la grande flessibilità del nostro settore, vista la compensazione arrivata nel 2023 sia sul fronte dell’export, con alcune aree che hanno compensato altre andate male, sia sul fronte dei settori clienti, con crescite interessanti venute da laterizi e sanitari, che hanno di fatto compensato in pieno la frenata del settore Tile. Il perdurare del conflitto alle porte dell’Europa aumenta le incertezze geopolitiche ed il fardello dei tassi dell’interesse è ancora gravoso, non solo per le imprese Acimac, ma anche per i loro clienti. Il 2024 sarà duro, ma non arretriamo, confidando sempre nel ruolo di leadership tecnologica che continuano a riconoscerci tutti e a tecnologie sempre più avanzate al servizio dell’intera industria mondiale della ceramica”.
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