Appello a Bonaccini: Non fermate il manufatturiero
Il Presidente dell’Associazione dei Costruttori di Macchine per Ceramica ha inviato nelle scorse ore una lettera al Presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni per chiedere il mantenimento in attività delle imprese nelle prossime settimane
Modena, 1° novembre 2020 – “Chiediamo con fermezza che non vengano prese misure che portino alla chiusura o al rallentamento delle attività produttive, pena la perdita di importanti quote di mercato mondiali per il nostro settore industriale che non potranno in alcun modo essere compensate da misure fiscali o agevolazioni di alcun genere; un temporaneo palliativo alla perdita di competitività internazionale del made in Italy”.
Si chiude con queste ferme parole la lettera inviata nelle scorse ore da Paolo Mongardi, Presidente di Acimac, a Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni. I costruttori di macchine per ceramica, rappresentati dall’associazione confindustriale Acimac hanno espresso la loro preoccupazione per le ipotesi di lock-down che stanno circolando in questi giorni e che danneggerebbero gravemente la filiera ceramica e il manufatturiero in generale.
“I rallentamenti causati dal lock-down della scorsa primavera, infatti, non hanno “semplicemente” compromesso il giro d’affari per l’anno in corso, ma hanno minato il mantenimento delle quote di mercato delle nostre aziende a livello internazionale”, scrive Mongardi.
“Le prossime settimane sono inoltre fondamentali per chiudere gli ultimi ordini dell’anno e consegnare i macchinari ancora in produzione (che in passato sono arrivati a rappresentare anche oltre il 30% del totale annuo) e soprattutto per raccogliere gli ordini per i primi mesi del nuovo anno. Vista la complessità dei macchinari prodotti dalle nostre aziende, la loro produzione richiede, infatti, settimane di lavoro. Si tratta in sintesi di un periodo strategicamente fondamentale”, prosegue il Presidente di Acimac nella sua lettera.
Le aziende sono, inoltre luoghi ormai sicuri, poiché sono stati adottati protocolli di sicurezza ferrei e definiti congiuntamente alle parti sociali ed operano già, ove possibile, con modalità di lavoro smart a tutela della salute dei lavoratori.
I costruttori di macchine per la ceramica generano un fatturato di 1,7 miliardi di euro, realizzato da 142 aziende, che occupano 7mila addetti, e sono una realtà profondamente radicata nel territorio emiliano-romagnolo, a maggior ragione se si considera la catena di subfornitura che porterebbe a raddoppiare il peso economico del settore, ed il settore è fondamentale per l’operatività di quello a valle, in primis il distretto della ceramica di Sassuolo, che produce un giro d’affari di oltre 6 miliardi di euro con 280 aziende e oltre 27mila addetti, senza dimenticare che grazie ad una quota export superiore al 70% ed un saldo assolutamente positivo, offe un contributo considerevole al mantenimento della bilancia commerciale del nostro Paese.
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