La UE rinnova i dazi antidumping sulle piastrelle made in China
Con questa seconda proroga la Commissione Europea ha rinnovato la misura antidumping fino al 2029 confermando le aliquote in vigore.
La Commissione Europea ha prorogato per altri cinque anni, fino al febbraio 2029, le misure antidumping sulle importazioni in Unione Europea di piastrelle di ceramica provenienti dalla Cina, confermando le aliquote già in vigore. Inizialmente imposti nel 2011, i dazi sono stati già prorogati una prima volta nel 2017.
L’iter che ha portato a questo secondo rinnovo era iniziato il 30 giugno 2022, con l’apertura dell’indagine da parte della Commissione a seguito della richiesta della CET (la Federazione europea dei produttori di piastrelle di ceramica), con il supporto di Confindustria Ceramica. Dall’esame di un campione di produttori esportatori della Repubblica Popolare Cinese e di produttori dell'Unione Europea, la Direzione Generale del Commercio della Commissione ha riscontrato il rischio di reiterazione di pratiche di dumping, già provate dalle precedenti indagini, che avrebbero potuto causare un danno all'industria ceramica europea.
In pratica, la Commissione ha concluso che, date le elevate capacità produttive inutilizzate dai produttori cinesi e l’attrattività del mercato UE, senza il rinnovo delle misure antidumping il mercato interno della UE sarebbe inondato di piastrelle ceramiche cinesi a basso prezzo e prodotte con standard di sostenibilità nettamente inferiori a quelli europei.
Per garantire le corrette condizioni di concorrenza, l'Unione Europea ha pubblicato il Regolamento esecutivo 2024/493 che proroga i dazi antidumping, mediamente pari al 30,6% per le aziende collaboranti ed al 69,7% per tutte le altre. Come noto, dalla loro introduzione nel 2011, i dazi hanno avuto come conseguenza la progressiva contrazione, anno dopo anno, dell’export cinese verso la UE, che, dagli oltre 60 milioni di metri quadrati esportati fino al 2010 è sceso nel 2022 a circa 2 milioni mq.
L'industria delle piastrelle di ceramica della UE rappresenta un fatturato annuo di €13,6 miliardi, con produttori in 25 Stati Membri che impiegano 55.000 lavoratori diretti. L'80% del settore è composto da PMI che svolgono un ruolo essenziale per l'occupazione a livello locale.
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