USA: rallenta il consumo di piastrelle
Il consumo di piastrelle è cresciuto appena dell’1,2% nel 2018, a circa 288 milioni mq. In calo le vendite dei produttori USA (84 milioni mq), in aumento le importazioni (205 milioni mq, +5%), per lo più da Cina, Spagna e Brasile.
Mentre l’economia USA continua a mostrare un ottimo stato di salute, il mercato ceramico statunitense stenta a tenere il ritmo. Il consumo di piastrelle, stimato l’anno scorso sui 288 milioni di mq, è cresciuto appena dell’1,2% (circa 4 milioni mq in più rispetto al 2017), ben al di sotto dei livelli di crescita degli ultimi otto anni. A pesare vi è, da un lato, il rallentamento del settore immobiliare e dell’attività di ristrutturazione edilizia e, dall’altro, l’avanzata dei materiali vinilici che minaccia le quote di mercato della piastrella: già a fine 2017 la ceramica valeva il 14,3% del valore del mercato USA dei pavimenti, contro il 9,3% degli LVT che, però, stanno guadagnando circa un punto percentuale e mezzo l’anno.
In questo quadro, la competizione anche all’interno del mercato ceramico si fa decisamente più aspra per tutti i contendenti. A soffrirne di più, l’anno scorso, sono stati soprattutto i padroni di casa. Le vendite dei produttori statunitensi di piastrelle sul mercato domestico sono calate di 5 milioni mq (da 89,4 a 84,4 milioni mq, -5,6%), prima contrazione dal 2009, che ha ridotto la quota di mercato del prodotto locale al 29,3% del consumo totale.
In aumento, al contrario, le importazioni, salite dai 195 milioni mq del 2017 ai 205 milioni del 2018 (dato dei 12 mesi).
In realtà, secondo i dati dell’US Census Bureau, solo tre Paesi hanno determinato tale incremento: la Cina, che rafforza il suo primato portando le esportazioni in USA a 65,4 milioni mq (+6,5% sul 2017); la Spagna, che ha segnato un incremento del 25,8% passando da 23 a 29 milioni mq, con un prezzo medio (CIF&Duty), però, che ha perso circa il 13% in due anni; e il Brasile, che ha esportato in USA 14,7 milioni mq (4 in più che nel 2017 con un incremento del 37,7%).
Più in difficoltà gli altri maggiori esportatori. Il Messico ha continuato ad arretrare scendendo a 35,2 milioni mq (-4,6% sul 2017), l’Italia, pur rimanendo il maggior esportatore in valore, ha perso il 3,6% in volume portandosi a 34 milioni mq). In calo anche la Turchia (11,9 milioni mq, -2,4%), il Perù (5,4 milioni mq, -12,5%) e la Colombia (1,5 milioni mq, -20,8%).
Pur con volumi ancora molto limitati, da segnalare l’exploit dell’India che nel 2018 ha incrementato l’export in USA del 123% a 1,6 milioni mq.
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