Acimac si interroga sul futuro del distretto

Come tutelare al meglio il patrimonio di conoscenze e capacità che il distretto di Sassuolo possiede al proprio interno, in un contesto economico mondiale che impone flessibilità e capacità di trasformazione?
È questa la domanda sottesa al convegno organizzato da Acimac nel giorno della sua annuale assemblea.

Martedì 17 giugno, l’associazione dei costruttori di macchine e attrezzature per ceramica aprirà le porte di Villa Marchetti al pubblico per “Una riflessione strategica sul futuro del distretto ceramico italiano”. Il convegno, che avrà inizio alle ore 15, vedrà la partecipazione di importanti esponenti del mondo accademico ed economico.

Il professor Tiziano Bursi (docente di Marketing Internazionale all’Università di Modena e Reggio Emilia) effettuerà una fotografia del distretto, descrivendone storia, caratteristiche, conformazione. Stefano Micelli (docente di Economia e Gestione delle imprese all’Università Ca’ Foscari di Venezia), esperto di distretti produttivi e competitività delle piccole e medie imprese e dei territori, fornirà elementi di confronto tra la realtà di Sassuolo e altri distretti industriali italiani di eccellenza.

Ritorna a Villa Marchetti, poi, l’apprezzato economista Marco Fortis (Vicepresidente Fondazione Edison e docente di Economia Industriale e Commercio Estero all’Università Cattolica di Milano) che analizzerà, alla luce della sua esperienza nel mondo dei beni strumentali e delle filiere industriali, i possibili futuri scenari. A concludere il convegno, le autorevoli relazioni dei presidenti di Acimac, Pietro Cassani, e di Confindustria Ceramica, Alfonso Panzani, che commenteranno le relazioni degli illustri professori e anticiperanno le linee di azione rispettivamente dei produttori di macchine e dei produttori di ceramica.

“Il nostro futuro – commenta Pietro Cassani, presidente designato di Acimac – credo resti legato all’evoluzione del distretto di Sassuolo: ecco perché abbiamo scelto questo tema per il nostro convegno. Come spiegherò più dettagliatamente nel mio intervento, penso che si debba procedere verso modelli di aggregazione più ispirati a logiche di filiera e di rete fra imprese, per sfruttare al meglio know-how e risorse umane, promuovere l’attività di ricerca, favorire l’applicazione industriale dei risultati della ricerca scientifica, sviluppare le imprese più high tech già operanti sul mercato”.

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