Il Brasile che guarda al futuro

L’industria ceramica brasiliana ha chiuso il 2022 con una pesante contrazione che si prevede proseguirà anche nel 2023, sebbene un primo miglioramento sia atteso già nel secondo semestre dell’anno.

Benjamin Ferreira Neto and Mauricio Borges

Dopo un brillante 2021, il 2022 ha segnato una pesante battuta d’arresto per la piastrella brasiliana.

Il calo della domanda sul mercato interno, che assorbe tra l’80 e il 90% della produzione nazionale, si è sentito già a partire da gennaio 2022, parallelamente all’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse che la Banca Centrale Brasiliana ha portato al 13,75%, il livello più alto dal 2016 e confermato tuttora.

Il consumo nazionale di piastrelle, che aveva seguito uno sviluppo costante negli anni fino a toccare il record dei 902 milioni mq nel 2021, è crollato l’anno scorso del 18,3% a 736 milioni mq. Per evitare eccessivi stock di magazzino, anche la produzione è stata ridotta di circa il 12% a 929,6 milioni mq

L’export ha tenuto meglio. Le esportazioni totali sono state pari a 113 milioni mq, in calo rispetto al record di 130 milioni del 2021, ma pur sempre il secondo miglior risultato di sempre in volume. In valore, invece, si sono raggiunti i 513 milioni di dollari, con un +5% sul 2021 grazie ad un prezzo medio salito da 3,74 $/mq a 4,53 $/mq.

Negli Stati Uniti, il maggiore mercato estero dei produttori brasiliani, il forte aumento dei costi di trasporto ha reso meno competitivo il prodotto brasiliano, determinando un calo di vendite in volume da 23,5 a 20,6 milioni mq, pur segnando un aumento del 2,9% in valore a 119 milioni di dollari.

Leggi l’intervista completa a Benjamin Ferreira Neto, Vice Presidente di Anfacer, (l’associazione nazionale dei produttori brasiliani di piastrelle ceramiche), e al CEO Mauricio Borges, pubblicata su Ceramic World Review n. 152.

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