Inaugurata una nuova sezione permanente al MIC di Faenza
In mostra oltre 2000 oggetti che attraversano e raccontano la storia della ceramica
“Ceramiche popolari, design e rivestimenti, tra passato e futuro” è la nuova sezione permanente del MIC di Faenza che ha aperto le porte al pubblico lo scorso 22 maggio, a cura di Claudia Casali e Valentina Mazzotti, con la collaborazione di Daniela Lotta, Federica Fanti e Elena Dal Prato. Collocata nella grande sala del seminterrato è dedicata esclusivamente alla ceramica d’uso e al design, esponendo oltre 2000 oggetti (per lo più provenienti dai depositi del Museo), che attraversano la storia di questa importante e autentica materia.
La sezione si divide in tre capitoli principali: le ceramiche popolari del XVIII-XX secolo, un’ampia parte dedicata ai rivestimenti ceramici e un‘ala dedicata al XX e XXI secolo, con autori chiave del design.
“La nuova sezione permanente mostra come la ceramica racconti gli stili di vita delle diverse epoche, gusti e mode che si sono succeduti nei secoli lasciando tracce importanti nella vita dell’uomo. Essa vuole inoltre mettere in luce i dialoghi costanti tra arte e design, - spiega Claudia Casali, direttrice del MIC - tra reciproche introspezioni e interazioni, mai nascoste dagli stessi protagonisti, fondamento invece dei percorsi delle nuove generazioni.”
In mostra, opere di maestri come Gio Ponti, Antonia Campi, Enzo Mari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Nanni Valentini, Alfonso Leoni, Denis Santachiara, accanto ad opere di Patricia Urquiola, Christina Hamel, Simon Zsolt, Diego Dutto, FormaFantasma, Diego Grandi, Philippe Nigro, Zaven e tanti altri.
L’allestimento, realizzato grazie al contributo della Regione Emilia Romagna e di Tecnargilla, Cersaie, Caviro e Hera, pone grande attenzione alle nuove tecnologie, dalle grandi superfici di rivestimento alle realizzazioni con le stampanti 3D, vera nuova innovazione tecnica adattata e adottata da diversi designer e artisti come Andrea Salvatori, Paolo Polloniato, Andrea Anastasio, Salvatore Arancio.
L’allestimento grafico, infine, è stato curato dallo studio Azzolini Tinuper di Milano.
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