Negli Stati Uniti mercato al ralenty
Con 159,5 milioni di metri quadrati importati, gli Stati Uniti sono il primo importatore di piastrelle di ceramica del mondo. Le importazioni del Paese nel 2001 sono cresciute del 2,8%, e rappresentano ormai il 76% del mercato americano, a scapito della produzione locale che è scesa dai 53,6 ai 50,7 milioni mq. Sul fronte dell'industria ceramica nazionale - una quarantina di aziende di cui 26 con oltre 25 addetti - alcuni produttori hanno iniziato ad importare quote consistenti della propria gamma. Altri hanno aumentato la produzione o stanno pianificando ampliamenti nel prossimo futuro, mentre tre aziende hanno interrotto l'attività nel 2001: la KPT di Bloomfield, la Winburn di Little Rock e lo stabilimento di Morganton della Summitville.
Il leggero aumento dell'import americano non è stato determinato dai grandi e storici paesi produttori (Italia e Spagna) che, anzi, hanno visto leggermente calare la propria quota di mercato. Le importazioni hannopremiato piuttosto Brasile, Turchia, Indonesia, ed anche la Cina che sta facendo enormi sforzi per entrare sul mercato a stelle e strisce. Sul mercato USA, caratterizzato da politiche di prezzo piuttosto aggressive, l'Italia (che si rivolge alla fascia medio-alta del mercato) è riuscita a mantenere un prezzo medio di vendita di 9,6 dollari/mq, contro i 6,2 dollari/mq della Spagna, i 5,3 del Messico, i 5 del Venezuela, i 4,4 del Brasile e i 4,1 della Turchia.
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Il consumo di ceramica negli Usa crescerà, o quanto meno sussistono tutte le condizioni perché questo avvenga. Basti pensare che le piastrelle rappresentano oggi appena il 10% del mercato dei pavimenti, contro un 55% della moquette, il 10% del vinile, l'8% del legno, il 3% della pietra e il restante 14% di altri materiali. Le piastrelle di ceramica stiano guadagnando quote nel consumo di pavimenti e rivestimenti a spese, soprattutto, di carpet e vinilici. Inoltre i segmenti distributivi in maggiore crescita sono quelli dei floor covering distributor e degli home center, mentre appaiono stazionari i distributori specializzati.
Oltre che dal cambiamento di sede, Coverings 2002 ha beneficiato di una situazione di cauto ottimismo del mercato delle piastrelle di ceramica e pietre naturali. Secondo Sergio Sassi, presidente di Assopiastrelle, una delle cinque associazioni che detengono la proprietà di Coverings (insieme all'associazione dei produttori spagnoli e alle associazioni di produttori, distributori e posatori statunitensi), "i positivi riscontri di quest'ultima edizione confermano la fiera di Orlando come principale appuntamento per il settore delle piastrelle di ceramica italiane nel Nord America. Gli oltre 30.000 visitatori presenti ne decretano la centralità nel panorama fieristico, anche se devono proseguire gli sforzi per ampliare la partecipazione di quelle categorie di operatori professionali ancora poco rappresentate".
Diverse imprese italiane produttrici di piastrelle di ceramica partecipano solitamente anche a Surfaces, la fiera dei floor coverings che si tiene a Las Vegas a fine gennaio. Si prospetta ora la possibilità che Coverings si unisca a Surfaces, o di trasferire Coverings a Las Vegas, o di cambiare la data di Coverings e chi più ne ha più ne metta. "Surfaces - sottolinea Sassi - è un appuntamento che consente di meglio interagire anche con l'articolato mondo del Floor Coverings Distributors, segmento del mercato della distribuzione che apprezza ogni giorno di più le piastrelle di ceramica italiane".
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