Aumento di reddittività media per il settore dei macchinari per l'industria ceramica e i colorifici
Dopo l'ottimo gradimento registrato dalla prima edizione, torna lo studio "Analisi di bilancio dei produttori mondiali di macchinari per l'industria ceramica e del laterizio e colorifici", realizzato dal Centro Studi Acimac.
Il volume, parte della collana "Analisi di Bilancio", esamina i dati economico-finanziari relativi al triennio 2011-2013 di 199 aziende: 139 aziende italiane e 31 operanti nel resto del mondo (Spagna, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Germania, Cina, Giappone, Belgio, Repubblica Ceca, Lussemburgo) produttrici di macchinari per la produzione di piastrelle, sanitari, stoviglieria e laterizi, e 22 imprese italiane e 17 estere (di cui 15 spagnole.) produttrici di colori e smalti per l'industria ceramica.
I macchinari per l'industria ceramica
L'analisi relativa al comparto dei macchinari per l'industria ceramica rivela che, per le imprese italiane, anche nel 2013 è proseguito il processo di risanamento del settore: il principale indice di redditività della gestione (ROI, rendimento del capitale investito) presenta una redditività media del 4%, superiore alla media del triennio 2011-2013 e in linea con il ROI medio delle imprese degli altri Paesi produttori.
Ingenti investimenti in attrezzatura e tecnologia produttiva ad elevata intensità di capitale, nonché riorganizzazioni aziendali tese ad ottimizzare l'impiego del fattore lavoro hanno consentito alle imprese italiane del comparto di migliorare l'EBITDA rispetto al 2012, pur in presenza di un costo del lavoro per addetto molto alto e un CLUP (costo del lavoro per unità di prodotto) crescente: in altri termini, grazie all'investimento, le imprese hanno conseguito incrementi di produttività per addetto che più che compensano la crescita del costo del lavoro. Tuttavia, come per altri comparti italiani produttori di beni strumentali, molto meno soddisfacente risulta la struttura patrimoniale e finanziaria: la sottocapitalizzazione e l'indebitamento (soprattutto a breve) rendono più rischiosa l'attività delle imprese in quanto finanziariamente più vulnerabili.
Negli altri Paesi, le aziende produttrici di macchinari per l'industria ceramica presentano un maggiore equilibrio della struttura patrimoniale e finanziaria e un'efficienza produttiva media maggiore rispetto all'Italia, a cui, però, fa da contraltare un onere del costo del lavoro in rapporto al fatturato più alto di quello italiano per l'uso meno intenso della manodopera. Più in dettaglio, si osserva una maggiore efficienza in termini di costi di materie prime, semilavorati, servizi e gestione delle scorte, a fronte di una minore efficienza (a valle del valore aggiunto) della gestione delle risorse umane: nella media del triennio 2011-13, il CLUP delle imprese straniere incide infatti per il 25,9% del fatturato, contro il 21,8% delle imprese italiane.
Molto interessanti sono le evidenze che emergono dallo studio in merito alle analisi di clustering e benchmarking che confrontano ciascuna impresa con quelle a lei più simili e che analizzano le caratteristiche delle aziende con i più alti livelli di performance. Le 13 migliori imprese del settore, tra cui la maggior parte italiane, presentano una redditività del capitale investito mediamente quadrupla (ROI 16,9%) rispetto alla media di tutte le imprese; il CLUP risulta di oltre 10 punti percentuali inferiore rispetto alla media del settore; e la struttura patrimoniale e finanziaria è equilibrata, pertanto stabile e poco rischiosa.
I produttori di smalti e colori
Anche nel comparto dei produttori mondiali di smalti e colori per ceramica, nel 2013 le aziende italiane hanno mostrato miglioramenti della produttività per addetto e crescita della redditività rispetto al 2012. È tornato a crescere anche il grado di copertura reddituale degli interessi passivi, che va ad attenuare, almeno in parte, il rischio di instabilità finanziaria per effetto dell'insufficiente capitalizzazione: il leverage medio 2013 (4,48%), per quanto in diminuzione dal 2011, è risultato ben al disopra della soglia d'attenzione.
Per quanto riguarda i colorifici di altri Paesi (per lo più spagnoli), lo studio evidenzia una maggiore efficienza produttiva rispetto a quella osservata in Italia: sebbene l'onere del costo del lavoro non sia molto più leggero di quello italiano in termini di incidenza sul fatturato, l'EBITDA dei colorifici esteri è superiore di quasi quattro punti percentuali rispetto a quello delle imprese italiane. Anche l'analisi della struttura finanziaria e patrimoniale mostra una minore incidenza delle posizioni debitorie a breve termine e una maggiore capitalizzazione media rispetto alle imprese italiane.
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