Il 2009 nero dell'industria ceramica italiana
L’industria ceramica italiana archivia un 2009 col segno meno. Il calo produttivo è stato del 28,2%, secondo quanto rilevato dall’Indagine Statistica Nazionale di Confindustria Ceramica, pari a 368 milioni di mq, che, in termini di vendita, equivale a 408,4 milioni di mq (-19,3%).
Per far fronte a questi ridimensionamenti le aziende italiane hanno e stanno affrontando importanti processi di riorganizzazione aziendale che comprendono: riduzioni degli stock a magazzino, accorpamento di attività produttive e attenzione ai costi. L’indice di investimento resta però pari al 4,9 del fatturato (220,7 milioni di euro) e l’occupazione si contrae di appena il 7%, grazie al più forte ricorso ad ammortizzatori sociali.
In termini di fatturato, il calo di 1 miliardo di euro fa registrare un dato finale pari a 4.508 milioni di euro, -18,3% sul 2008. In valori assoluti, il fatturato derivante da vendite in Italia è di 1.253 milioni di euro (-14,9%), mentre l’export ha raggiunto i 3.255 milioni di euro (-19,5%).
Risulta apprezzabile, alla luce dell’anno trascorso, il dato relativo al prezzo medio, in crescita dell’1,29% (derivato dallo 0,79% in Italia e dall’1,78% estero).
La struttura del settore
Sono 181 le aziende di ceramica italiana registrate al 31 dicembre 2009, 14 in meno rispetto al 2008, con una occupazione di 24.595 (-6,71%). L’attività industriale avviene in 273 stabilimenti (17 unità in meno) con 508 forni attivi.
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