Il settore ceramico in Spagna: - 15% nel 2008

 

La crisi internazionale ha colpito duramente la Spagna, che chiude il 2008 con un bilancio negativo per il settore ceramico. Secondo i preconsuntivi stimati da Ascer, la produzione è calata su base annua del -15% in quantità, con un picco del -23% in dicembre. L’industria produttrice ha perso 19 aziende, -8% sulle 200 totali, quasi tutte concentrate nel territorio valenciano, e ha ridotto il personale del 15%.

Sul fronte delle vendite, il preconsuntivo 2008 evidenzia un calo dell’11,4% in valore, corrispondente a 3.700 milioni di euro. Il tonfo maggiore si è avuto sul mercato domestico, dove le vendite si sono contratte del -22%. Più positivo l’andamento dell’export, dove il ridimensionamento è stato del -3% per un totale di 2.230 milioni di euro.
Questi in sintesi, i dati forniti e, “le stime previsionali per il 2009 non sono affatto rosee”, commenta il presidente dell’Associazione Ceramica Spagnola Fernando Diago.
Così la pensa anche il segretario generale Pedro Riaza: “Le imprese stanno lavorando al 76% della loro capacità produttiva. Fino a novembre 2008 le esportazioni erano diminuite solamente del 1,9%. In aumento anche i prezzi medi. Il 60% delle vendite del settore è diretto ai mercato estero, di cui più del 50% verso i principali paesi europei”.

Ascer si sta impegnando anche sul fronte della salvaguardia dei posti di lavoro e, con il sindacato, sta negoziando per il prepensionamento dei lavoratori con età superiore ai 55 anni: 2000 lavoratori interessati sui 24.000 che occupano il settore ceramico.
Lo scoglio principale, in un momento in cui nelle aziende manca liquidità, è riconducibile dall’impossibilità di ottenere finanziamenti bancari per sopravvivere nel presente e investire sul futuro.

Diago sprona verso la globalizzazione e incita le imprese ad allearsi tra loro creando joint venture, aggregazioni e poli sempre più robusti per affrontare la crisi.
 

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