Presentata in USA la richiesta di dazi antidumping e compensativi sulle piastrelle indiane

L'annuncio da parte di TCNA è arrivato il 19 aprile, alla vigilia dell'apertura di Coverings.

L'annuncio è giunto, con un tempismo da manuale, il 19 aprile ossia alla vigilia dell'apertura di Coverings, la più grande fiera nordamericana dedicata alle piastrelle ceramiche e alle pietre naturali, che si è svolta ad Atlanta dal 22 al 25 aprile. Ed è stata sicuramente questa “la notizia” della fiera, discussa e commentata tra i padiglioni dalla maggior parte – se non da tutti – gli espositori statunitensi e stranieri.

Come comunicato dal TCNA - Tile Council of North America, "i 9 produttori statunitensi di piastrelle di ceramica che formano la Coalition for Fair Trade in Ceramic Tile (e che rappresentano circa il 90% della produzione di piastrelle di ceramica degli Stati Uniti), hanno presentato al Governo Federale la petizione per richiedere l’introduzione di sostanziali dazi antidumping e compensativi sulle importazioni di piastrelle di ceramica dall'India”.

Secondo il CFTCT, la misura è necessaria “per rimediare ai danni provocati all’industria ceramica statunitense con l’importazione di prodotti in gres porcellanato non certificati e a prezzi ingiustamente bassi che hanno inondato il mercato".

Eric Astrachan

In particolare, la petizione richiede due diversi tipi di dazi: l'imposizione di tariffe antidumping stimate tra il 408% e l'828%, e il dazio compensativo (o anti-sovvenzione) ossia l'imposizione di tariffe aggiuntive per rimediare all'impatto delle varie sovvenzioni da parte del governo indiano.

Come dichiarato dal direttore esecutivo di TCNA, Eric Astrachan, "i produttori americani di piastrelle hanno sempre accolto con favore la concorrenza leale delle importazioni. Negli Stati Uniti abbiamo abbondanti giacimenti di argilla e feldspato, una forza lavoro efficiente e rispettata, il sostegno della comunità locale, attrezzature all'avanguardia ed energia a prezzi accessibili, tanto che i principali produttori ed esportatori di Italia, Spagna, Brasile, Messico e Cina hanno creato strutture produttive direttamente qui, da cui competere su scala globale. Al contrario, i produttori indiani di piastrelle godono di sostanziali sovvenzioni governative che, unite ad un eccesso di capacità produttiva venduta in dumping, hanno permesso loro di inondare il mercato statunitense. Negli ultimi 10 anni, le vendite in USA di piastrelle dall'India sono aumentate dai 344.000 piedi quadrati (32.000 m2) del 2013 a quasi 405 milioni di piedi quadrati (37,6 milioni di m2) nel 2023. In questo contesto, i produttori nazionali non hanno avuto alternativa se non presentare una petizione al Governo Federale per ristabilire equilibrio nei confronti di pratiche commerciali avulse dal fair trade. Ne va della vitalità dell'industria statunitense e delle migliaia di dipendenti che lavorano nelle nostre aziende associate ".

Con una crescita del 42,6% rispetto all'anno precedente, nel 2023 l'India è stato il principale Paese esportatore verso gli USA in volume, con una quota del 20,3% sul totale delle importazioni di piastrelle statunitensi, e uno dei pochissimi a registrare un incremento delle vendite a fronte di contrazioni a doppia cifra di altri paesi fornitori.

Secondo Barnes & Thornburg, consulente commerciale per la Coalition for Fair Trade in Ceramic Tile, a seguito di queste petizioni, il Governo Federale avvierà un'indagine e, se attesterà che le importazioni indiane avvengono secondo pratiche sleali, danneggiando o minacciando di danneggiare i produttori di piastrelle statunitensi, imporrà dazi preliminari entro pochi mesi e tariffe definitive alla conclusione dell’indagine prevista tra circa 16 mesi.

Il tempismo perfetto dell'annuncio di TCNA (solo un paio di giorni prima della più importante fiera di piastrelle di ceramica negli Stati Uniti, con diversi produttori indiani di piastrelle di ceramica presenti come espositori) si deve inoltre al fatto che tali tariffe finali saranno applicate retroattivamente o alla data delle tariffe preliminari o, possibilmente, alla data di presentazione della petizione, ovvero aprile 2024.

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