Previsioni di crescita per l'industria ceramica spagnola

26/02/04 - Dopo un 2003 sofferente, il biennio 2004-2005 dovrebbe segnare la ripresa definitiva per l’industria ceramica italiana e per quella spagnola che vedranno crescere, seppur a ritmi differenti, sia produzione che vendite, soprattutto nei mercati esteri. Secondo l’Osservatorio Previsionale Assopiastrelle - Prometeia, la Spagna dovrebbe mantenere ritmi di crescita superiori a quelli italiani, confermando la posizione di maggior produttore europeo e mantenendo il volume più alto di vendite totali.

Lo studio, che oltre ad ipotizzare un probabile scenario fino al 2005 ha elaborato anche i preconsuntivi relativi al 2003, indica anzi che nell’anno appena concluso l’industria spagnola dovrebbe aver mantenuto, se non migliorato, i livelli 2002: +2% la produzione (664 milioni mq), +1,2% le vendite totali, +2,2% le vendite sul mercato domestico (328 milioni mq), +0,3% l’export (357,7 milioni mq).
La produzione dovrebbe riprendere a crescere a tassi più sostenuti, attorno al 5%, già da quest’anno per raggiungere nel 2005 i 731 milioni di metri quadrati. Questo grazie ad una domanda interna che dovrebbe attestarsi sui 332 milioni di mq/anno e una ripresa delle esportazioni che potrebbero raggiungere i 377,8 milioni di mq nel 2004 (+5,6%) e i 407,6 milioni mq nel 2005 (+7,9%). In aumento anche la domanda interna di piastrelle che dovrebbe passare dai 335 milioni di mq del 2003 ai 342 milioni di mq del 2005. Nel 2005 produzione e vendite totali spagnole potrebbero superare di oltre 100 milioni di metri quadrati quelle italiane.

Si assisterà anche alla progressiva riduzione del divario tra le esportazioni italiane e spagnole. Il gap, che nel 2003 si era già ridotto a 56 milioni di mq, potrebbe limitarsi nel 2005 a una trentina di milioni di metri quadrati. L’osservatorio prevede infatti per la Spagna una crescita dell’export ad un tasso medio annuo del 6%, con aumenti in tutte le aree geografiche. Gli incrementi più significativi sono previsti in America Latina, Nord America e Europa Centro Orientale. La concorrenza dei paesi asiatici emergenti si farà sentire soprattutto in Medio Oriente, Africa e Asia (Hong Kong e Singapore sono i paesi nei quali la Spagna ha perso le più importanti quote di mercato detenute negli anni ’90), sebbene le quantità vendute dovrebbero aumentare anche in queste aree.

Negativo, invece, il 2003 per l’industria italiana, come già CWW aveva informato a dicembre, presentando i primi dati dello studio (vedi: Un 2003 negativo per le piastrelle italiane): produzione a 594,6 milioni (-1,8% sul 2002), vendite in calo del 3,4% (587,5 milioni di mq) ed export a -5,5% per un totale di 413,6 milioni di mq. Unica nota positiva le vendite sul mercato interno a +1,9% sul 2002, che raggiungono i 174 milioni di mq.
Dal 2004, tuttavia, si registreranno anche per l’Italia positivi incrementi. Nel 2005 la produzione dovrebbe raggiungere i 662 milioni di mq, le vendite totali i 615,1 milioni di mq con un aumento medio del 2,3%, mentre la domanda interna tornerà sui livelli del 2001 per un totale di 192 milioni di mq, di cui 178 milioni di prodotto nazionale, grazie al buon andamento dell’attività edilizia che avrà una crescita media dell’1,4%. L’export crescerà nel biennio 2004-2005 ad un tasso medio del 2,5% riportandosi nel 2005 ai livelli del 2002 (circa 437 milioni mq). Questo incremento sarà frutto di un recupero concentrato principalmente nei mercati europeo (anche la Germania darà segni di ripresa) e soprattutto statunitense, dove le vendite dovrebbero passare dai 70 milioni di mq del 2003 ai 77,5 milioni di mq del 2005.

Negli allegati riportiamo alcune tabelle che consentono un più rapido confronto dell’andamento delle due industrie relativamente a:

Produzione e vendite di piastrelle dal 1999 al 2005
Investimenti in costruzioni e consumo nazionale di piastrelle
Esportazioni nel periodo 2001-2005 divise per aree geografiche.

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Le tabelleosservatorio Prometeia Assopiastrelle.pdfScarica l'articolo in formato .pdfosservatorio pdf.pdf

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