USA: in calo le importazioni di piastrelle nel primo trimestre
Crolla la Cina, bene Spagna e Italia, in forte crescita Turchia e Brasile e i nuovi player
I dati relativi alle importazioni di piastrelle ceramiche negli Stati Uniti nel primo trimestre di quest’anno confermano la definitiva uscita dal mercato della Cina (-98% sia in volume che in valore rispetto al primo trimestre 2019), come conseguenza dell’introduzione dei dazi compensativi e antidumping.
Complessivamente, le importazioni in USA nei primi tre mesi del 2020 hanno subito una brusca flessione fermandosi sui 39 milioni mq, circa 7 milioni mq in meno rispetto ai 46 milioni del primo trimestre 2019 (-14,9%).
Ma chi li ha persi – oltre alla Cina che ne ha lasciati sul piatto ben 11! – e chi ne ha guadagnato? In sofferenza continua ad essere il Messico che ha ridotto l’export negli USA di 1,8 milioni mq (-19,6%) attutendo però la caduta in valore (-6,9%). Col segno meno anche il Perù (-39% in volume e -37,5% in valore).
Tutti gli altri player nel mercato americano hanno invece segnato incrementi di vendite, a partire da Spagna e Italia: la prima ha mantenuto praticamente invariate le quantità ma ha segnato un +5% in valore; l’Italia ha invece messo a segno un buon +4,8% nei volumi esportati, con un +2,7% in dollari.
Sono però altri i Paesi su cui si è puntata l’attenzione degli importatori statunitensi nel loro processo di sostituzione dei tradizionali fornitori cinesi: quasi raddoppiate a 5,3 milioni mq le importazioni dalla Turchia, +20% quelle dal Brasile, a cui si aggiungono i newcomer, con l’India che ha quadruplicato le vendite e Vietnam e Malesia che entrano per la prima volta in classifica per coprire anche la quota di materiali a minor costo.
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