USA: la piastrella frena ma l'edilizia cresce
Nei primi 9 mesi del 2020 i consumi di piastrelle perdono l’11,6%, tiene la produzione nazionale (-1,5%) e crolla l’import (-15,8%).
Il consumo di piastrelle ceramiche negli Stati Uniti ha subito un duro colpo dagli effetti provocati dalla pandemia di Covid-19. Secondo il Tile Council of North America (TCNA), nei primi nove mesi del 2020 la domanda è calata dell’11,6% rispetto ai primi nove mesi del 2019 fermandosi a 189,2 milioni mq.
Se l’industria ceramica locale ha retto l’urto, a perdere terreno sono state le importazioni.
A fine settembre, infatti, la produzione nazionale era pari a 63 milioni mq, di cui 2,2 milioni esportati (+4,4%) per lo più in Canada e Messico. Le vendite sul mercato interno, 60,8 milioni mq, registravano quindi una flessione di appena l’1,5% rispetto all’andamento dei primi nove mesi del 2019, sebbene con una contrazione del prezzo medio di vendita, sceso da 16,6 a 16 dollari/mq.
La piastrella “made in USA” riconquista così quote del suo mercato domestico, rappresentando il 32,1% del consumo totale in volume e il 40,8% in valore.
Sul fronte delle importazioni, la flessione cumulata nei primi nove mesi dell’anno è stata del 15,8% per un volume totale di 128,4 milioni mq (il 67,9% dei consumi nazionali, contro il 70,6% di un anno prima).
Completamente rivoluzionata rispetto a un anno fa la composizione dei maggiori Paesi esportatori verso il mercato USA, complice l’uscita di scena della Cina.
La Spagna, confermando il trend di crescita del 2019, ha messo a segno un nuovo +9,6% di vendite (26,5 milioni mq a fine settembre), conquistando il primato un tempo detenuto dal paese asiatico e portando al 20,7% la sua quota sulle importazioni totali. Seguono il Messico (22,6 milioni mq), in ulteriore frenata (-15,5% sul 2019), e l’Italia (22 milioni mq, -4,5%). In forte progresso, come già nel 2019, sia la Turchia (+55,4%) che il Brasile (+10,4%), rispettivamente 4° e 5° maggiore esportatore in USA.
L’Italia rimane tuttavia il maggiore esportatore di piastrelle in USA in valore, con ricavi nei 9 mesi pari a 458 milioni di dollari (incl. CIF&Duty), ossia il 32,3% dell’import totale in valore, e un prezzo medio di 20,77 USD/mq, contro i 12,37 USD/mq della Spagna, seconda in classifica.
- Edilizia in ripresa
Dopo la brusca frenata durante i primi mesi dello scoppio della pandemia, a partire da maggio e giugno l’attività edilizia negli Stati Uniti è ripartita, recuperando i livelli pre-covid e superando quelli del 2019.
Più in dettaglio, osservando l’andamento mensile del numero di nuovi cantieri nel segmento dell’edilizia residenziale, il 2020 era iniziato con gennaio e febbraio in forte rialzo rispetto agli 1,29 milioni di unità abitative raggiunte a fine 2019; ai successivi tre mesi decisamente fiacchi, è seguito il progressivo recupero da giugno, consolidatosi poi nei mesi tra luglio e settembre, che si è chiuso a quota 1,4 milioni di unità abitative.
In netta crescita le vendite di nuove abitazioni monofamiliari che, da maggio in avanti, hanno segnato livelli superiori a quelli già record del 2019 (683.000 unità), con punte massime toccate in luglio e agosto.
Il buono stato di salute dell’industria edilizia statunitense si evince anche dai dati relativi agli investimenti complessivi in costruzioni che, anche nel mese di maggior caduta, maggio, rimanevano comunque superiori ai livelli 2019, salendo poi a settembre a 1.414 miliardi di dollari.
Produzione e consumo di piastrelle negli USA (milioni mq)
Year |
U.S. Shipments / Produzione |
Imports |
Exports |
U.S. Consumption / Consumo |
% var. in Consumption / Var.% consumo |
Jan-Sept 2020 |
63.0 |
128.4 |
2.2 |
189.2 |
-11,6% |
2019 |
83.2 |
193.0 |
3.0 |
273.2 |
-5.4% |
2018 |
87.4 |
204.1 |
2.8 |
288.7 |
1.5% |
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