Marazzi: prodotti, servizi e nuove strategie competitive
Mauro Vandini (Marazzi Group) commenta l’andamento dell’industria ceramica italiana nel 2018, alle prese con il rallentamento della domanda e l’agguerrita concorrenza spagnola.
Lo scorso settembre Marazzi Group ha aperto le porte del suo ultimo stabilimento, il Marlit, nato dall’unione di due unità preesistenti nel sito industriale storico di Sassuolo. Dotato delle più avanzate tecnologie per garantire sia l’elevata qualità dei materiali che la sicurezza degli operatori e il rispetto ambientale (con sistemi di recupero del calore, delle acque e degli scarti di produzione), la fabbrica produce gres porcellanato tecnico di alta gamma, con una capacità produttiva di circa 9 milioni mq/anno su linee che, dal reparto materie prime alla zona del confezionamento, superano il chilometro e mezzo di lunghezza occupando un’area di oltre 50.000 mq.
L’investimento di Sassuolo, dopo quelli realizzati nei siti produttivi di Finale Emilia e Fiorano, ha compreso anche il rifacimento dei Laboratori Marazzi, 3.000 mq coperti dove avviene tutta l’attività di ricerca sulle materie prime, gli impasti, le colorazioni e la grafica delle superfici per la messa a punto dei prototipi e dove vengono fatti i test più severi per assicurare le massime performance tecniche.
“Con quest’ultimo intervento, tutte le nostre fabbriche italiane sono dotate di impianti all’avanguardia, essenziali per restare competitivi nell’offerta di prodotti di alta qualità”, ha affermato l’Ing. Mauro Vandini, CEO di Marazzi Group. “Le fabbriche possono e devono trasformarsi, individuando ed esprimendo al meglio la loro “anima” e l’“anima” del Marlit è di rappresentare il nostro top di gamma con i materiali più raffinati, naturali e belli”.
L’investimento di Sassuolo giunge in un periodo non facile, caratterizzato dall’affollamento del mercato e dal rallentamento della domanda. “La situazione congiunturale sul finire di questo 2018 non è facile in generale” – spiega Vandini. “L’industria italiana produttrice di piastrelle si è trovata, soprattutto nella seconda parte dell’anno, alle prese con una sovracapacità produttiva dovuta ad alcuni mercati in rallentamento, pressione sui prezzi e una duplice concorrenza da affrontare. Da un lato, quella nel segmento della ceramica d’alta gamma e del porcellanato, in cui senza dubbio la Spagna rappresenta il competitor più agguerrito e temibile. Dall’altro quella crescente con altri materiali da pavimento e anche da rivestimento che hanno minore peso e sono più facili da posare rispetto alle piastrelle. La ceramica è sicuramente molto più bella e più naturale, quindi dovremo lavorare ancora di più sui nostri punti di forza, continuando a migliorare il nostro prodotto, il servizio e non solo.”
Leggi l’intervista completa pubblicata su Ceramic World Review 129/2018
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