Andamento altalenante per il settore del laterizio
È disponibile la prima edizione dello studio "Analisi di bilancio dei produttori mondiali di laterizi", realizzato dal Centro Studi Acimac.
Il volume, parte della collana "Analisi di Bilancio", contiene i dati economico-finanziari relativi al triennio 2011-2013 di 205 aziende produttrici di laterizi di cui 68 italiane, 43 spagnole, 38 di altri Paesi UE e 55 operanti nel resto del mondo, per un totale di 21 Paesi.
Lo studio analizza le performance economiche e finanziarie delle singole imprese e i risultati medi dei quattro aggregati: Italia, Spagna, altri Paesi UE e resto del mondo.
Nel suo insieme, lo studio mostra degli andamenti che riflettono le difficoltà generali del settore edilizio, con qualche differenza tra le diverse aree geografiche analizzate, nonostante il quadro generale presenti incoraggianti segni di miglioramento.
Per quanto riguarda l'Italia sono evidenti i frutti del processo di razionalizzazione dei costi di produzione che migliorano il livello del valore aggiunto creato (28,18% del fatturato). Permangono però difficoltà dal punto di vista dell'equilibrio finanziario (leverage 2,52%) e negli indicatori di redditività medi, ancora negativi.
Più difficile è la situazione che emerge dall'analisi delle performance economiche delle aziende spagnole, che mostrano indicatori reddituali particolarmente negativi, sebbene nel 2013 si notino segni di inversione di tendenza. Inoltre, la crisi edilizia in Spagna si riflette in un precario equilibrio finanziario delle aziende, che scontano anche notevoli difficoltà di accesso al credito.
Il quadro relativo all'aggregato dei 38 paesi UE rivela invece segnali più positivi dal punto di vista reddituale, specialmente per l'anno 2013. In leggero calo rispetto al 2012 è invece il valore aggiunto creato.
Decisamente positivi, invece, i dati delle aziende extra-europee (Extra-UE, Asia e America Latina), che mostrano una crescita costante durante tutto il triennio analizzato, che si chiude con livelli di ROI del 7,32% e ROS del 6,17%. A influenzare positivamente questi risultati, il fatto che questi Paesi beneficiano di condizioni convenienti in termini di rapporto tra costo del lavoro e unità di prodotto.
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