Costruzioni: in Italia investimenti in calo del 15% nel 2020

Secondo le nuove stime Cresme, la ripresa è attesa per il 2021 con recuperi tra il +10 e il +11%. Il contributo delle opere pubbliche nella riduzione della caduta.

Che impatto avrà la crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria sul settore delle costruzioni in Italia? Secondo il Cresme, per il 2020 sarà piuttosto pesante, con un crollo degli investimenti in edilizia e genio civile che potrebbe attestarsi al -15% (e qualora si verificasse una seconda ondata epidemica potrebbe arrivare al -23%).

La ripresa è attesa invece dal 2021, con recuperi tra il +10% e il +11%.

È questo il risultato delle nuove stime rilasciate il 29 aprile dall’istituto di ricerca di Roma, elaborate tenendo in considerazione vari aspetti: le modalità di ripartenza indicate dal Governo italiano, le possibili conseguenze sulla domanda finale di famiglie, imprese e Pubblica Amministrazione, i possibili sviluppi della traiettoria epidemica che, nel peggiore dei casi, potrebbe imporre un nuovo stop all’attività del settore.

Due gli scenari alternativi presentati quindi dal Cresme.

Il primo, lo “scenario base”, prevede, dal lato dell’offerta: la quasi totale sospensione dei cantieri per 2 mesi (marzo e aprile) per le nuove costruzioni non di pubblica utilità e per gli interventi di riqualificazione edilizia, salvo riparazioni improrogabili (si consideri che nei mesi fra marzo e maggio viene effettuato il 35% degli interventi); la parziale sospensione dei cantieri per le opere del genio civile di nuova costruzione e di manutenzione straordinaria (ad esclusione di infrastrutture strategiche, edilizia sanitaria, ecc.); e una ripartenza delle attività improntata alla cautela da giugno a ottobre.

Inoltre, dal lato della domanda, si assume che, per le nuove costruzioni, le decisioni di produzione nel 2020 siano state prese da tempo e che l’eventuale impatto di annullamenti/differimenti sia quindi assorbito dalla sospensione e dal rallentamento delle attività cantieristiche. Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione, si considera però anche che l’indebolimento economico e la minore fiducia di famiglie e imprese sullo scenario economico si aggiunga ai blocchi dei cantieri.

Vi è poi uno “scenario peggiorativo” che prevede la possibilità di un secondo lock-down, seppur con caratteristiche attenuate rispetto al primo: potrebbe infatti essere diversificato territorialmente sulla base della risalita dei contagi, potrebbe avere una minore durata temporale rispetto al primo blocco, e con una seconda ripresa delle attività più agevole.

Per il 2020, l’impatto sull’attività edilizia coinvolgerebbe in egual misura sia il comparto residenziale sia quello non residenziale privato, con maggiore intensità, almeno nello scenario base, per l’attività di riqualificazione del patrimonio esistente.

Gli investimenti in nuova edilizia potrebbero infatti ridursi di circa il -16% (-29% nello scenario peggiorativo), mentre per la manutenzione straordinaria il crollo atteso è del -22% (-29% nel caso di un secondo lock-down), sia in ambito abitativo che non residenziale.

Nel 2021, l’edilizia privata potrebbe riprendersi, seppur ad un ritmo tale da non recuperare i livelli di attività persi quest’anno: le attese, infatti, indicano una crescita del +12,3%, a fronte di un calo complessivo nel 2020 (considerando sia nuova costruzione sia riqualificazione) che nello scenario base arriva al -20%.

Le opere pubbliche

Il dato relativo alle opere pubbliche merita un approfondimento. Dopo la frenata del 2017, la spesa per investimenti in edilizia e genio civile aveva ripreso a crescere segnando un +2,3% nel 2018 e un +6,5% nel 2019.

Nel novembre 2019, le previsioni del Cresme per il 2020 indicavano una crescita del +4,5%, con l’avvio della realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di nuova costruzione, finalizzati a ridurre il gap infrastrutturale del Paese. Tale risultato, sfortunatamente, è destinato a cambiare considerando gli effetti sul settore della crisi sanitaria, e molto dipenderà dai tempi della sua risoluzione. Nello scenario base, in questo momento, gli investimenti nel settore delle opere pubbliche nel 2020 dovrebbero crescere appena dello 0,9% (-5,7% nello scenario peggiorativo), risultato che deriva da un primo bimestre (gennaio-febbraio) effettivamente in crescita, seguito dal rallentamento tra marzo e giugno e da un secondo semestre in forte accelerazione; questa sarà spinta dalla ripartenza a pieno ritmo dei cantieri già in corso prima del lock-down e dall’avvio dei nuovi cantieri finanziati con le risorse per il rilancio degli investimenti stanziate con la Legge di Bilancio per il 2020 (DEF 2020 del 24 aprile 2020), nel quale sono previsti tassi di crescita degli investimenti fissi lordi della Pubblica Amministrazione del 2,7% nel 2020 e dell’11,2% nel 2021.

 

Tab. 1 – Investimenti in costruzioni in Italia 2020 e 2021 (variazione % a valori costanti)

 

2020 (scenario base)

2021

Investimenti in edilizia privata

-19.9%

+12.3%

Investimenti in opere pubbliche

+0.9%

+4.5% / +10%

Totale investimenti

-14.7%

+10% / +11.6%

Source / Fonte: CRESME LAB Remote ThinkTank, 29 Aprile 2020
 

Tab. 2 – Investimenti in costruzioni in Italia 2020 (variazione % a valori costanti)

 

Scenario base

Scenario peggiorativo

Nuove costruzioni

-9.7%

-20.5%

  • residenziali

-15.6%

-28.8%

  • non residenziali private

-15.9%

-29.1%

  • non residenziali pubbliche

+1.6%

-8.2%

  • genio civile

+0.6%

-4.7%

Rinnovo

-17.2%

-24.1%

  • residenziali

-21.7%

-28.3%

  • non residenziali private

-21.2%

-29.1%

  • non residenziali pubbliche

+1.6%

-8.2%

  • genio civile

+0.6%

-4.7%

TOTALE INVESTIMENTI

-14.7%

-22.9%

Source / Fonte: CRESME LAB Remote ThinkTank, 29 Aprile 2020
 
 

TAB. 3: Investimenti in opere pubbliche in Italia

 

2018

2019

Previsioni 2020

Previsioni 2021

nov.

2019

aprile 2020

Scenario 1

aprile 2020

Scenario 2

nov. 2019

aprile 2020

Scenario 1

aprile 2020

Scenario 2

Var.%

(a prezzi costanti)

2.3

6.5

4.5

0.9

-5.7

3.5

4.5

10.0

Source / Fonte: CRESME LAB Remote ThinkTank, 29 Aprile 202
 

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