Forte rimbalzo nell'edilizia europea nel 2021
Il volume delle costruzioni nell'area Euroconstruct crescerà quest’anno del 3,8%, dopo un crollo del 5,1% nel 2020.
La ripresa dell'industria edilizia europea è più rapida di quanto previsto inizialmente, tanto che gran parte delle perdite dovute alla pandemia dovrebbe essere recuperata già nel 2021.
Secondo le ultime stime annunciate alla 91a Conferenza Euroconstruct tenutasi il 10-11 giugno, il volume delle costruzioni nell'area Euroconstruct crescerà quest’anno del 3,8%, dopo un crollo del 5,1% nel 2020.
Rispetto alle precedenti previsioni di novembre 2020, l’anno scorso il calo è stato inferiore alle attese e il livello pre-crisi sarà quindi nuovamente raggiunto al più tardi entro il 2022.
In un contesto di condizioni economiche significativamente più favorevoli, anche l'edilizia sta beneficiando di una rapida ripresa economica globale. A differenza degli ultimi anni, tuttavia, a partire dal 2022 essa mostrerà una dinamica di crescita inferiore rispetto all'economia complessiva: mentre i tassi di crescita del settore edile nel 2022 e nel 2023 saranno del 3% e del 2,1%, le economie dell’area Euroconstruct si espanderanno del 4,4% e del 2%.
L'anno scorso si sono registrati drastici cali della produzione totale di costruzioni in quasi tutti i 19 paesi dell’area, ad eccezione di Danimarca, Finlandia, Portogallo e Svezia.
Francia, Irlanda, Spagna, Regno Unito, Ungheria e Slovacchia hanno subito flessioni a una o due cifre.
Nei paesi nordici il settore edile ha resistito meglio alla pandemia, segnando tassi di crescita positivi in diversi paesi. Al contrario, i paesi dell'Europa orientale hanno registrato forti decrementi, meno marcati solo in Repubblica Ceca e Polonia.
Il quadro nell'Europa continentale e meridionale è molto eterogeneo. Mentre la produzione edilizia è crollata in Francia, la variazione in Germania è stata appena poco inferiore allo zero, come in Svizzera. Perdite moderate sono state registrate in Austria e Belgio. Il Portogallo, unico paese in crescita in Europa meridionale, si è distinto rispetto alle dinamiche negative della vicina Spagna. Nei paesi anglosassoni, infine, il crollo complessivo dell’attività è stato piuttosto significativo.
Tuttavia, a fronte di variazioni negative in (quasi) tutti i paesi Euroconstruct, i percorsi di ripresa saranno molto diversi. Non è affatto vero che le perdite più forti del 2020 saranno automaticamente compensate nel 2021.
Ciò risulta particolarmente evidente nel caso di Irlanda, Ungheria, Slovacchia, Spagna e Francia, che hanno subito un calo molto elevato della produzione totale di costruzioni nel 2020 e saranno in grado di compensarne solo una parte nel 2021. L'Irlanda e l'Ungheria prevedono addirittura ulteriori cali quest’anno. La situazione è invertita in Portogallo e nei paesi dell'Europa settentrionale (Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia), dove la tendenza positiva del 2020 dovrebbe essere riconfermata anche nel 2021 con ulteriori aumenti.
Per quanto riguarda i segmenti di attività, l'ingegneria civile, che ha già mostrato uno slancio di crescita significativamente superiore alla media negli ultimi anni, continua a presentare le prospettive di crescita più promettenti fino al 2023. L'edilizia non residenziale, che è stata maggiormente colpita dalla crisi, mostra un percorso di ripresa relativamente debole nei prossimi anni, mentre l’edilizia residenziale continuerà con tassi di crescita stabili, sebbene in decelerazione dopo il 2021.
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