Il comparto italiano dei sanitari, stoviglieria e refrattari

La ceramica sanitaria, dei materiali refrattari e della stoviglieria chiude il 2012 a quota 817 milioni di euro in fatturato. Tutti i settori perdono terreno sia sul mercato interno che su quello estero, ad eccezione del comparto dei refrattari che mantiene sostanzialmente invariato il valore delle esportazioni.

 

La ceramica sanitaria

Si confermano 41 le aziende industriali produttrici di ceramica sanitaria, 36 delle quali localizzate nel distretto di Civita Castellana (Viterbo), che occupano complessivamente 4.041 dipendenti (-3,7%). La produzione 2012 è stata pari a 4,12 milioni di pezzi (-10,4%), mentre le vendite hanno toccato i 3,88 milioni di pezzi (-13,4%).

Il fatturato è sceso a 337,7 milioni di euro (-10,7%), di cui 125 milioni di euro (-21,69%) realizzati da vendite sul mercato nazionale e 212,7 (-2,67%) dalle esportazioni, la cui quota in valore sul fatturato ha raggiunto il 56,4%. In forte calo, secondo le rilevazioni Istat, le importazioni di sanitari dall'estero: 85,4 milioni di pezzi (-13% sul 2011).

 

L'industria dei materiali refrattari

Con una produzione pari a 468.336 tonnellate (-7,7% sul 2011) e vendite a 487.411 (-7,1%), l'industria dei refrattari ha registrato un fatturato di 426,6 milioni di euro, di cui 268,2 milioni di euro (-7,5%) sul territorio nazionale, 95,8 milioni di euro per esportazioni comunitarie (-1,3%) e 62,5 milioni di euro da esportazioni extracomunitarie (+0,8%). Sostanzialmente immutato il numero delle aziende attive (35) e degli addetti, pari a 2.219 unità.

 

Le stoviglie in ceramica

Tempi duri anche per la stoviglieria. Le 10 aziende italiane (-2 rispetto al 2011) occupano 786 dipendenti (-20,8%) per una produzione (e vendita) di 13.200 tonnellate di prodotto finito, in calo rispettivamente del 18,3% e del 18,6%. In discesa sia le esportazioni a 2.600 tonnellate (-26,2%) che le vendite in Italia, pari a 10.500 tonnellate (-16,5%). Ne consegue un fatturato 2012 pari a 52,3 milioni di euro di cui 41,7 milioni di euro derivanti dalle vendite domestiche (-22,3%) e 10,6 milioni di euro da esportazioni (-36,5%). Di particolare rilievo è l'adozione, da maggio 2013, di misure antidumping sulle importazioni di stoviglie cinesi in Europa, con valori di dazi per i prossimi 5 anni compresi tra il 13,1% ed il 36,1% a seconda dei diversi esportatori cinesi.

 

 

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