Iran, industria ceramica in affanno

L'industria iraniana delle piastrelle ha conosciuto negli ultimi 10 anni un notevole sviluppo. L'utilizzo di tecnologie più moderne ha aumentato capacità produttiva e qualità del prodotto, aprendo la strada anche alle esportazioni.

Secondo il Ministero dell'Industria iraniano, attualmente la capacità produttiva totale installata si aggira sui 700 milioni mq/anno, con circa 133 unità produttive in funzione (su 170 esistenti), di cui oltre la metà nel distretto di Yazd e le altre sparse su tutto il territorio nazionale.

Secondo l'Iranian Ceramic Syndicate, il consumo nazionale di piastrelle aveva già iniziato a ridursi nel biennio 2012-2013, mentre la produzione era rimasta elevata, sostenuta dall'aumento delle esportazioni, dirette soprattutto in Iraq.

Il forte e repentino ridimensionamento dell'industria e del mercato ceramico è arrivato nel 2014, parallelamente allo scoppio della bolla immobiliare. Il consumo interno è crollato del 43%, da 350 a 200 milioni mq, le esportazioni sono scese a 110 milioni mq (-3,5%) e la produzione, pur riducendosi del 18% da 500 a 410 milioni mq, è rimasta tuttavia ben superiore alla domanda: le eccedenze di magazzino nel 2014 hanno raggiunto i 100 milioni mq.

I dati di produzione del primo trimestre 2015 e l'analisi dell'andamento del mercato nazionale e di quelli esteri fanno ritenere possibile per l'anno in corso un'ulteriore contrazione dei volumi produttivi e del consumo nazionale. Probabile, invece, un recupero delle esportazioni (stimate sui 120 milioni mq nel 2015), che nei primi tre mesi dell'anno hanno mostrato un buon progresso in Iraq, Afghanistan e in alcuni mercati dell'area CIS. L'espansione dell'export nei mercati limitrofi e in altri nuovi pare peraltro l'unica soluzione a breve termine per uscire più rapidamente dalla crisi.

Leggi l'articolo completo pubblicato in Ceramic World Review 114/2015

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