L'industria italiana delle piastrelle nel 2005

29/05/06 - Un altro anno di assestamento per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica.
Il settore continua a razionalizzare il proprio sistema produttivo, crea gruppi industriali di dimensioni maggiori, aumenta la produttività dei singoli stabilimenti, si internazionalizza con investimenti produttivi all’estero, tendenza quest’ultima per la prima volta fotografata dell’indagine statistica nazionale realizzata da Assopiastrelle presentata questa mattina (29 maggio) a Sassuolo.

Nel 2005 la produzione italiana si è fermata a 570 milioni di mq, in flessione del 3,26% rispetto allo scorso anno. Diminuite anche le quantità vendute, pari, lo scorso anno, a 560,3 milioni di mq (-4,01%).

Il calo è attribuibile all’andamento del made in Italy sui mercati esteri, dove ha registrato una contrazione del 5,37% assestandosi a 390,3 milioni di mq.
L’export ha rappresentato nel 2005 il 70% delle vendite totali. Ad esso si aggiungono però le produzioni realizzate all’estero da imprese interamente italiane o controllate in maggioranza da capitale italiano.

Per quanto riguarda i mercati esteri di sbocco nel 2005, alle difficoltà delle vendite nell’area tedesca (particolarmente marcata in Germania, -15,5% in volume) si contrappongono una buona espansione nei paesi dell’area scandinava e una discreta crescita della Francia, secondo mercato estero di destinazione per l’Italia.
Per quanto riguarda i mercati extracomunitari spicca la flessione registrata negli Stati Uniti, in calo del 9,5% in volume, a cui seguono quelle in Asia ed Australia, mercati nei quali la forte concorrenza dei produttori del Far East si fa sentire in modo particolare.

Il mercato interno resta stabile a 170 milioni di mq (-0,72% rispetto al 2004).

Cresciuti del 4,73% i prezzi medi di vendita (+2,14% in Italia e +5,89% all’estero), grazie alla elevata qualità dei prodotti italiani, ben recepita dal mercato, e in risposta alla crescita dei costi produttivi, specie negli approvvigionamenti energetici e nelle materie prime.

Questo ha determinato una lievissima crescita nel fatturato totale che ha raggiunto i 5.372,4 milioni di euro (+0,53%). In valori assoluti il fatturato sul mercato domestico è stato pari a 1.508,5 milioni di euro (+1,40%), mentre quello derivante dall’export è stato di 3.863,9 milioni di euro (+0,20%).

Rimane significativo lo stock di magazzino, aumentato di 7 milioni di mq, raggiungendo i 233,6 milioni di mq.

Da segnalare un potenziamento delle vendite a marchio, che rappresentato oltre l’85% del totale, su cui le aziende italiane continuano a puntare nelle loro attività di marketing sia in Italia sia all’estero.
I brand del made in Italy risultano essere percepiti e riconosciuti sui vari mercati in misura maggiore rispetto a quelli dei competitors internazionali a conferma dell’elevato valore aggiunto che contraddistingue le produzioni italiane.
A questo proposito Assopiastrelle insiste sull’istituzione a livello comunitario del marchio di origine che differenzierebbe in modo ulteriore le produzioni italiane da quelle dei paesi emergenti.

Per quanto riguarda le tipologie prodotte, il gres porcellanato in tutte le sue tipologie mantiene la leadership con 360 milioni di mq pari al 64,7% dell’intera produzione. Prosegue il trade-off tra monocottura in pasta bianca e porcellanato smaltato.

La struttura industriale a fine 2005 era costituita da 225 imprese, tre in meno rispetto al 2004, con 317 stabilimenti e 697 forni attivi (24 in meno rispetto al 2004).
Molto positiva la ripresa degli investimenti in crescita del 15,89% e con un’incidenza pari al 5,20% del fatturato.
Il progressivo spostamento verso i grandi formati (nel gres porcellanato sono continuano a crescere le quote percentuali dei formati superiori al 30x30) e in generale la conversione delle strutture produttive verso il gres porcellanato richiede presse ad alto tonnellaggio e investimenti in produzioni ausiliarie quali linee di levigatura e squadratura.


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