Piastrelle italiane: 2007 col freno tirato

 

Due tendenze apparentemente opposte hanno caratterizzato il 2007 dell'industria ceramica italiana. Se le strutture produttive italiane hanno fatto registrare cali sia nella produzione sia nelle vendite totali, le sedi produttive estere incrementano giro d'affari e produzione.
È l'ennesima conferma della vitalità e della camaleontica capacità imprenditoriale italiana che riesce a cavalcare i cambiamenti del mercato prima dei competitors esteri.
Al 31 dicembre 2007, l'industria italiana (produzione italia + estero) ha prodotto 675,5 milioni di mq realizzati da 226 aziende che operano in 332 stabilimenti, per un fatturato totale pari a 6.701 milioni di euro e un prezzo medio di 9,99 euro/mq.
Per quanto riguarda la localizzazione, l'82,7% della produzione è realizzata in Italia, il 13,3% in Europa e Stati Uniti.

Ed è proprio la struttura industriale situata nello stivale a risentire maggiormente della difficile situazione di mercato. Per la prima volta negli ultimi 20 anni, infatti, il settore italiano ha visto la flessione contemporanea, seppur con diverse intensità, nella domanda proveniente da tutti e quattro i maggiori mercati di sbocco - Italia, Francia, Stati Uniti e Germania.

Queste le maggiori evidenze emerse dalla conferenza stampa di presentazione della 28esima Indagine statistiche nazionale di Confindustria Ceramica.

La produzione realizzata in Italia è calata dell'1,67% fermandosi a 559,1 milioni di mq con il gres porcellanato che rimane il prodotto con i maggiori volumi: la variante smaltata con 255,4 milioni di mq è pari al 45,7% dell'intera produzione nazionale, mentre con una crescita del +6%, la versione non smaltata raggiunge i 135,4 milioni di mq pari al 24,2% del totale nazionale.

Un ridimensionamento è stato registrato anche nelle vendite, che arretrano a 547,2 milioni di mq (-3,4% sul 2006). In flessione sia le vendite sul mercato italiano (-1,62% e pari a 167,7 milioni di mq) sia quelle all'estero (-4,1% e pari a 397,4 milioni di mq). Il mercato comunitario rimane la principale destinazione per i prodotti made in Italy, assorbendo quasi il 56% delle vendite.
In quest'area segnano il passo in volume Germania (-12.8%, il peggior risultato dopo l'Irlanda), Francia (-1,7%). Irlanda, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo, non compensati dalle crescite avute negli altri paesi tra cui Spagna (+12,7%), Slovenia (+17,3%), Lituania (+27%), Lettonia (+9,1%), Repubblica Ceca (+11,3%).

Fuori dai confini europei la marcata flessione (-6,5%), è imputabile principalmente alla crisi nel mercato statunitense (-15,4%) mentre crescite importanti continuano a essere registrate in Russia, +7,5% a 131 milioni di mq.

Un altro indicatore indice dello stallo del comparto è quello delle giacenze a magazzino che, a fine dicembre, sono aumentate di 11,5 milioni di mq, raggiungendo i 246 milioni, pari al 44% della produzione nazionale.

Da segnalare anche l'incremento - seppur di circa due milioni e mezzo di mq - delle importazioni di piastrelle in Italia ora pari in volumi a 22,7 milioni di mq.

Tiene invece il fatturato che raggiunge i 5.784,7 milioni di euro (+0,75% sul 2006). Le esportazioni contribuiscono per 4.183,6 milioni (+0,61% epari al 72,3% del totale) mentre il mercato italiano raggiunge i 1.601,1 milioni (+1,1% e pari al 27,7% del totale).
Determinante per il raggiungimento di questi risultati, la costante crescita del prezzo medio che, anche nel 2007, ha fatto registrare un ulteriore incremento del 4,2% raggiungendo i 10,6 euro/mq.
Oltre al miglioramento nel mix dell'offerta, la crescita dei prezzi medi risponde all'incremento dei costi - specie energetici e commerciali - il cui inasprimento nel 2007 è stato del 5,2%.

In crescita al contrario gli investimenti, a testimonianza della forte volontà delle aziende italiane di restare al vertice dell'innovazione di prodotto. La loro incidenza sul fatturato totale è stata del 5,2%, in crescita del 18,14%. Un incremento è atteso anche per l'anno in corso: a fine 2008 il loro valore dovrebbe superare i 321 milioni di euro. Tra le destinazioni impiantistiche principali, soluzioni per l'aumento della flessibilità ed efficienza produttiva, nuove tecnologie per la decorazione e per i grandi formati. Sono proseguiti inoltre i fenomeni di internalizzazione di alcune fasi delle lavorazioni ausiliarie.


Al 31 dicembre 2007 in Italia erano presenti 206 aziende, 300 stabilimenti, 641 forni attivi (30 in meno rispetto all'anno precedente, in parte determinato da una riduzione della capacità produttiva, in parte dall'incremento della produttività delle singole linee).

Ulteriori approfondimenti su questo tema saranno trattati nei numeri di giugno e settembre delle riviste edite da Tile Edizioni, Ceramic World Review, Tile Italia e Tile International
 

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