Inaugurato il nuovo Sacmi Innovation Lab
Aperte il 9 aprile scorso le celebrazioni per il centenario Sacmi con il taglio del nastro del nuovo Sacmi Innovation Lab e l’avvio della rassegna “Re-thinking the future”.
1919-2019, le celebrazioni del centenario di Sacmi si sono aperte lo scorso 9 aprile con il taglio del nastro del Sacmi Innovation Lab, la struttura dedicata allo sviluppo di conoscenze e competenze innovative nell’ambito delle tecnologie abilitanti 4.0 e dell’Internet of Things.
Cofinanziato dal bando regionale sull’attrattività degli investimenti in settori avanzati di Industria 4.0 (Por Fesr 2014-2020) e candidato a diventare nodo della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, il nuovo laboratorio opera sia a supporto dei core business di Sacmi (in primis, i progetti automation in ambito ceramico e packaging), che come “open platform”: insieme a Protesa (attiva nel campo del reverse engineering e della prototipazione) e Iprel (società di progettazione hardware e software per l‘automazione industriale e supervisori), il Lab rappresenta infatti un “ecosistema” completo dell‘innovazione a servizio delle imprese del territorio. Innovazione che, come ha spiegato il presidente di Sacmi, Paolo Mongardi, non è solo tecnologia, bensì rappresenta, prima ancora, un fatto sociale e culturale che genera ricchezza nella misura in cui viene messa a disposizione di una comunità.
“In questi 100 anni di storia – ha ricordato Mongardi - Sacmi ha raggiunto i vertici della manifattura mondiale grazie alla capacità degli uomini di riconoscere e anticipare il cambiamento, secondo le peculiari sfide poste da ogni epoca storica e contesto socioeconomico. Fare la nostra parte in questa delicata fase di trasformazione significa rinnovare una mission intergenerazionale che oggi si arricchisce di nuove sfide e valori, primo tra tutti quello della sostenibilità e dell‘economia circolare”.
“Re-thinking the future”
L’inaugurazione del Sacmi Innovation Lab ha rappresentato un evento nell’evento, svolgendosi a margine del convegno “Dare spazio all‘innovazione”, primo di sei appuntamenti della rassegna “Re-thinking the future”. Leit motiv del ciclo di seminari, la trasformazione dei modelli organizzativi e di business nell’era della manifattura 4.0, illustrata da docenti ed esperti internazionali in materia di cambiamento, intelligenza artificiale, digitalizzazione dei processi.
Curatore scientifico della rassegna è il prof. Raffaele Secchi, direttore della Liuc Business School di Castellanza. Nel suo intervento “Megatrend e innovazione tecnologica: impatto sui modelli competitivi”, Secchi ha sottolineato come entro il 2030 almeno il 15% del PIL mondiale verrà prodotto in circa 40 megalopoli, per lo più in Asia; in questo contesto non solo si accorciano i tempi di adozione (e, quindi, di obsolescenza) delle nuove tecnologie ma, soprattutto, si affaccia sullo scenario mondiale una vasta parte di popolazione che andrà a rappresentare la nuova “middle class”, apportando nuove competenze e, con esse, nuova competizione.
Affrontando il tema della rilevanza del capitale umano e della formazione nel tessuto imprenditoriale, Andrea Lipparini, docente di Gestione dell‘Innovazione all‘Università di Bologna e direttore dell‘Executive MBA della Bologna Business School, ha evidenziato come la competitività delle imprese si giocherà sulla capacità di restare attrattive per i giovani talenti.
Di intelligenza artificiale ha parlato Luca Maria Gambardella, direttore dell’IDSIA di Lugano, una delle strutture internazionali di riferimento in questo ambito. Secondo Gambardella, le nuove frontiere dell‘intelligenza artificiale, capaci di replicare le funzioni di un cervello umano, trovano già precise applicazioni in manifattura; gli scenari sulla relazione uomo-macchina nell‘industria e nella società del futuro sono ancora tutti da definire, ma è pur vero, ha ricordato il relatore, che finora l’adozione di nuova automazione ha sempre creato nuove opportunità di lavoro.
Digital twin: sistemi produttivi più efficienti e sostenibili
La parte convegnistica dell’evento si è conclusa con l’intervento di Gildo Bosi, responsabile R&D Automation di SACMI, che ha illustrato le attività concrete di Sacmi Innovation Lab. Tra queste spicca la capacità di sviluppare “digital twin”, veri e propri gemelli digitali della macchina, dell‘impianto, ma anche del prodotto e relativo go-to-market. Il risultato è la personalizzazione massima a costi accessibili, la possibilità di risolvere le criticità in anticipo, governare scenari produttivi e di mercato già in fase di sviluppo del progetto.
Compito essenziale del nuovo Laboratorio, nel quale operano circa 40 ricercatori (di cui 20 nuovi laureati), sarà anche la formazione delle figure professionali necessarie a gestire con efficacia questo tipo di percorsi, perché, come hanno concordato tutti i relatori, al centro della rivoluzione tecnologica 4.0 c‘è anzitutto l’uomo e la sua capacità di immaginare e governare il cambiamento.
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