La Commissione Europea sanziona il dumping delle stoviglie cinesi


La Commissione Europea ha introdotto dazi antidumping provvisori nei confronti delle importazioni di porcellana e ceramica da tavola dalla Cina.

La norma, che entra in vigore da domani, venerdì 16 novembre, indica una aliquota del 17,6% al 31,2% per tutte le aziende cinesi che hanno collaborato con l'indagine e del 58,8% per tutte le altre imprese produttrici esportatrici.

L'introduzione dei dazi sulle importazioni di stoviglie cinesi rappresenta finalmente una svolta positiva per tutte le aziende che, nell'attuale situazione di grande difficoltà di mercato, sarebbero state costrette a chiudere o delocalizzare la produzione su mercati esteri.  La misura interessa tutte le fasce di prodotti, in particolar modo le fasce medio basse della grande distribuzione.

L'introduzione dei dazi compensativi a fronte di vendite in dumping (vendite sottocosto) riporta la concorrenza internazionale su livelli di correttezza, rimuovendo quelle cause di distorsione che significativi impatti negativi hanno avuto sul tessuto aziendale e sociale europeo. Ad oggi, infatti, l'industria comunitaria della porcellana e ceramica da tavola vale oltre 240mila tonnellate, fornisce occupazione ad oltre 25.000 addetti con una significativa quota di personale femminile altamente qualificato. Il consumo comunitario presenta una stringente anomalia: oltre il 65% del totale proviene dalla Cina, una situazione che nel corso degli ultimi 10 anni si è progressivamente e velocemente aggravata: nel 2004 le importazioni cinesi rappresentavano il 22% del consumo totale, con un prezzo medio mediamente inferiore del 70% rispetto ai valori degli altri paesi esportatori.

Lo scorso 16 febbraio la Commissione Europea aveva ufficializzato l'avvio di questa indagine antidumping a seguito della denuncia, avanzata dai principali produttori europei rappresentanti oltre il 50% dell'industria comunitaria di stoviglieria in porcellana e ceramica e supportata dalla federazione europea FEPF. L'obiettivo dell'iniziativa era di dimostrare il danno arrecato all'industria europea da vendite a prezzi non equi delle aziende cinesi nel mercato europeo.

È ora auspicabile che a fianco di tali misure, la Commissione Europea introduca anche l'obbligatorietà dell'indicazione del marchio di origine, passaggio essenziale per consentire al consumatore di fare acquisti consapevoli.

 

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