Costruzioni in Europa in stagnazione fino al 2025
Euroconstruct stima al +3% la crescita della produzione edilizia in Europa nel 2022 ma rivede al ribasso le previsioni per il biennio 2023-2024.
Il settore delle costruzioni europeo ha davanti a sé un biennio con previsioni di crescita quasi nulle: +0,2% nel 2023 e 0% nel 2024. Le nuove proiezioni provengono dalla 94° Conferenza Euroconstruct, svoltasi in novembre a Londra, che ha rivisto al ribasso le aspettative rispetto al +2% precedentemente indicato.
Pur archiviando un 2022 positivo con una crescita stimata del 3%, secondo i chief economist di Experian e Barbour ABI, la produzione edilizia dovrebbe indebolirsi senza registrare alcuna ripresa fino al 2025.
Le motivazioni, sostengono gli esperti, sono da attribuire agli enormi cambiamenti politici, sociali ed economici avvenuti negli ultimi sei mesi: la guerra in Ucraina, l'aumento dei tassi di interesse, l'inasprimento del mercato finanziario e il perpetuarsi delle problematiche relative a disponibilità e costi dei materiali da costruzione stanno influenzando negativamente l'economia in tutta Europa (il PIL è passato dal 2,2% allo 0,5%) e frenando la fiducia dei consumatori.
Gran parte dell'outlook negativo è guidato dai settori del nuovo residenziale e delle ristrutturazioni che risentono del rialzo dei tassi di interesse. Negli ultimi sei mesi le compravendite sono infatti rallentate causando un eccesso di offerta in tutti i Paesi.
A tenere il passo è solo l’ingegneria civile grazie agli investimenti in energie pulite a basse emissioni di carbonio che richiedono l’adeguamento delle infrastrutture.
Guardando ai vari Paesi europei, nel 2021 l’Italia aveva registrato la migliore crescita (+12,1%), guidata in parte dai sussidi UE. Il Regno Unito, attualmente una delle economie con le peggiori performance, nel 2023 dovrà affrontare un trend negativo della produzione edilizia (-0,4%) insieme alla Germania, prevista anch’essa con andamento negativo o stagnante fino al 2025 (-0,4%). Più in generale il settore è previsto in contrazione in otto Paesi, in particolare in Svezia e Finlandia dove però il calo fisiologico segna un ritorno alla normalità rispetto ai volumi di costruzione elevati dell’ultimo periodo.
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