Il 2015 dell'industria italiana produttrice di sanitari, refrattari e stoviglieria in ceramica

In occasione dell’Assemblea Annuale di Confindustria Ceramica, sono stati presentati i dati relativi all’andamento nel 2015 dei comparti italiani attivi nella produzione di sanitari, refrattari e stoviglieria in ceramica.

Complessivamente, i tre settori hanno contribuito per il 12,4% (721,5 milioni di Euro) al fatturato totale dell'industria ceramica italiana (5,839 miliardi di euro, esclusa l’attività produttiva all’estero), nella quale il settore della piastrella conferma il suo peso preponderante.

Nel 2015 le vendite di ceramica sanitaria sono cresciute dell’1,95% generando un fatturato di 294,9 milioni di Euro, di cui 132,7 milioni (45% del totale) realizzati grazie all’export. Le 33 aziende attive sul mercato (4 in più rispetto al 2014 e 30 delle quali localizzate nel distretto di Civita Castellana, Viterbo), hanno prodotto complessivamente 3,77 milioni di pezzi (+1,4% sull’anno precedente). La forza lavoro è scesa a 3.204 dipendenti (3.377 nel 2014).

Risulta invece in calo il settore dei materiali refrattari, attivo con 35 aziende (stabili rispetto al 2014) e 2.085 addetti (-2,1% rispetto al 2014). La produzione nel 2015 è stata pari a 372.935 tonnellate (-11,9%) con vendite in discesa a 387.040 tonnellate (-10,8%) di cui 244.381 (-13,9% pari al 63,1% dei volumi complessivi), venduti in Italia. Il fatturato totale si è attestato a 379,4 milioni di Euro (-7,8%) di cui 240,9 milioni di Euro (-9,7%%) derivanti da vendite sul territorio nazionale, 77,2 milioni di Euro da esportazioni comunitarie (-3,6%) e d 61,3 milioni da esportazioni extracomunitarie (-4%).

Nel 2015 il comparto delle stoviglie in ceramica ha operato con 10 aziende (1 in più rispetto al 2014) e 720 addetti, che hanno realizzato una produzione di 11.200 tonnellate e vendite per 10.700 tonnellate di prodotto finito. Il fatturato ha superato i 47,7 milioni di Euro (+6%), di cui il 71% realizzato con vendite sul mercato italiano. Di particolare rilievo è l’adozione, da maggio 2013, di misure antidumping sulle importazioni di stoviglie cinesi in Europa, con valori di dazi (per 5 anni) compresi tra il 13,1% ed il 36,1% a seconda dei diversi esportatori cinesi. Tale misura ha determinato nel 2015 un nuovo calo dell’import cinese pari al 3% (-28,8% nel 2014).

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