Macchine per ceramica: un 2003 in negativo, migliore del previsto
Le stime preconsuntive indicano un decremento del giro d'affari complessivo nell'ordine del 3-5%, per un valore che scende dai 1.452 milioni di euro del 2002 a 1.380-1.400 milioni di euro.
Una perdita tuttavia inferiore alle previsioni di qualche mese fa che indicavano un probabile calo nell'ordine dell'8-10%.
"E' andata meglio del previsto" - ha annunciato Franco Stefani, presidente di Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica), che, commentando il dato negativo (il 2003 è il terzo anno consecutivo di calo per il settore), ha confermato come il calo più significativo nella domanda di impianti per ceramica si sia registrato sul mercato europeo. "
"Italia e Spagna, i maggiori produttori europei di piastrelle e secondi solo alla Cina - ha affermato Stefani - dispongono già di una capacità produttiva superiore alle reali potenzialità di assorbimento del prodotto da parte del mercato finale e soprattutto in Spagna si sta già riducendo la produzione effettiva.
Si tratta di mercati ormai saturi da un punto di vista quantitativo, che dovremo sollecitare in futuro solo attraverso innovazioni di prodotto e di processo".
La perdita in Europa è stata in parte compensata da un miglior andamento delle vendite in Medio Oriente (Iran in primo luogo), Est Europa e Asia, Cina inclusa. E proprio sulla base dei segnali positivi provenienti da queste aree, Stefani indica come molto probabile un'inversione di tendenza per il comparto, che dovrebbe manifestarsi già nei primi sei mesi del 2004.
"Notiamo un buon dinamismo nei produttori di ceramica in paesi come Vietnam, Tailandia, Cina, Iran - continua Stefani - con interessanti progetti di investimento in impianti nuovi volti ad aumentare la produzione che saranno portati avanti nei prossimi mesi. Anche la Russia è un mercato con buone probabilità di crescita".
Sulla concorrenza cinese, rivolta oggi peraltro al solo mercato locale, Stefani non nasconde il problema e indica la strada per battere i nuovi competitor.
"Non sono pessimista. - dice Stefani - Il gap nei prezzi tra impianti cinesi e italiani si riduce progressivamente man mano che i costruttori cinesi rialzano i listini, rendendosi conto che la qualità costa.
Inoltre sono soprattutto convinto che l'unica strada per vincere questa concorrenza stia nella capacità delle aziende italiane ad andare oltre gli attuali livelli di avanzamento tecnologico, proponendo al mercato processi sempre più innovativi e all'avanguardia, costringendo quindi i concorrenti ad una rincorsa continua".
La ricerca e l'innovazione, quindi, restano per l'industria italiana delle macchine per ceramica l'arma con cui affrontare e stimolare la "ripresa" del 2004. Secondo il Presidente di Acimac le aziende italiane sono assolutamente in grado di percorrere questa via, sebbene gli ultimi anni di crisi abbiano costretto le imprese più piccole a sacrifici notevoli e margini sempre più ridotti.
"L'appuntamento per verificare se saremo stati capaci di andare oltre le attuali proposte tecnologiche - conclude Stefani - è il prossimo Tecnargilla a Rimini in ottobre, la fiera di riferimento di questa industria a livello mondiale: saranno presenti anche i concorrenti di altri paesi, e lasceremo quindi al mercato la possibilità di fare confronti e scegliere".
Negli approfondimenti la tabella coi dati sul fatturato dell'industria italiana produttrice di macchine per ceramica per il periodo 2000-2003
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