Piastrelle italiane: indicatori in calo ma settore resta forte

Si tratta sì di una crisi subita, come ha ricordato il neo-presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini nel corso dell’annuale conferenza stampa di presentazione dei dati di settore, ma che sta comunque facendo registrare pesanti segni meno al settore ceramico italiano, nonostante le imprese riescano a mantenere intatte le proprie quote di mercato.

Nei primi tre mesi del 2009, la produzione di piastrelle è calata di quasi il 30%, il fatturato attorno al 23%. Dati sicuramente preoccupanti ma da leggere considerando l’andamento particolarmente positivo del trimestre 2008 di riferimento, tanto che, secondo i vertici associativi, il 2009 dovrebbe già concludersi con cali più contenuti rispetto a quelli registrati nel primo trimestre.
Tra gli elementi di positività di questi primi mesi, il valore degli investimenti effettuati dalle aziende in innovazioni tecnologiche e di ottimizzazione dei processi produttivi che ha già raggiunto i 278 milioni di euro. Una cifra notevole se si considera che nell’intero 2008 lo stanziamento è stato di 304 milioni di euro (+0,45% sul 2007).
Tra le novità allo studio, e che vedremo a Cersaie, vi sono un’attenzione sempre crescente a tutti gli aspetti delle produzioni eco-sostenibili, nuovi ambiti di utilizzo per le piastrelle, con un focus particolare sull’arredo urbano, formati sempre più sottili e superfici funzionalizzate.

Il 2008 dell’industria ceramica italiana

L’industria italiana delle piastrelle di ceramica archivia un 2008 con produzione e vendite in calo.
La produzione si è attestata a 512,5 milioni di mq (-8,33%), il turnover a 5,51 miliardi di euro, in flessione del -4,63% sul 2007. Le quantità vendute sono risultate pari a 506,24 milioni di metri quadrati, con una flessione del -7,48%.
Resta positiva però la variazione dei prezzi medi, cresciuti del +3,07%, a conferma della valenza del made in Italy. Dato questo che ha aiutato a contenere il calo di fatturato ma non ha influito nel miglioramento della marginalità aziendale, pesantemente condizionata dagli incrementi dei costi produttivi, comodities e gas natuale in primis, vero tallone d’Achille delle imprese italiane.
La redditività media di un campione rappresentativo del 48% dell’intero settore è pari al 7,84%, con un MOL attorno al 0,96%.

I mercati di destinazione delle piastrelle made in Italy

Resta fortemente internazionale la destinazione delle piastrelle made in Italy. Su un totale di 506,2 milioni di mq venduti nel 2008, 151,1 milioni, pari al 29,9% del totale, sono stati commercializzati in Italia (-9,92%); 355,1, pari al 70,1% del totale, sono stati esportati (-6,40%). Relativamente al fatturato, quello generato in Italia è risultato pari a 1.473 milioni di euro (-8%), mentre quello ottenuto con l’esportazione è stato di 4.044 milioni di euro (-3,34%).

Per quanto riguarda i mercati di destinazione, i 355,14 milioni di mq. di piastrelle italiane esportati sono stati destinati, per il 55,89%, verso i mercati europei, mentre il restante 44,11% verso i continenti più lontani.
A livello europeo, la Germania registra una flessione del -8,21%, la Francia del -3,41%. Le performance migliori sono di Portogallo (+62,2%), Polonia (+22,9), Slovacchia (+13,2%), Repubblica Ceca (+5,5%) e Austria (+3,2%). Le esportazioni sono crollate in paesi come Lettonia (-36,8%), Irlanda (-34,7%), Estonia (-23,7%) e Spagna (-22,9%). Cali minori, seppur significativi, in Svezia (-17,8%) Gran Bretagna (-17,1%) e Ungheria (-12,5%).
La flessione dei mercati più distanti (-6,41%) origina dalla crisi del mercato americano (Stati Uniti –26,07%), a cui si unisce la flessione dell’Oceania (-13,42%). Elementi positivi derivano da Asia (+7,93%), Africa (+7,40%) e da paesi come la Russia (+3,95%).

L’internazionalizzazione produttiva compensa i cali in Italia

È ogni anno più importante la presenza produttiva controllata da aziende ceramiche italiane all’estero. I risultati ottenuti dalle 20 società di diritto estero controllate o partecipate da nove gruppi italiani, hanno nel 2008 virtualmente compensato i cali subiti dal settore produttivo italiano.
La produzione italiana di matrice estera è stata, infatti, pari a 126,49 milioni di metri quadrati (+8,63%). Le vendite sono state pari a 131,5 milioni di mq e hanno generato un fatturato complessivo superiore al miliardo di euro (+9,68%).

Il 78,88% della produzione avviene in paesi europei (+10,83% in metri quadrati), la restante parte negli Stati Uniti.


La struttura del settore

Al 31 dicembre 2008 erano attive in Italia 195 imprese, undici in meno rispetto all’anno precedente, con una occupazione di 26.364, in calo del -3,11%. Ampio il ricorso a tutte le forme di ammortizzatori sociali non solo nello scorso anno, ma anche nei primi mesi del 2009. L’attività industriale avviene in 290 stabilimenti (10 unità in meno rispetto al 2007), dove sono attivi 578 forni (63 in meno rispetto a 12 mesi prima).

Approfondimenti sui risultati 2008 dell’Industria ceramica italiana saranno pubblicati sui prossimi numeri delle riviste edite da Tile Edizioni, TIle Italia e Ceramic World Review.

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