La scalata di Victoria Plc
Nell’ultimo anno fiscale, la divisione ceramica del gruppo inglese è cresciuta del 15,8% a 282,4 milioni di sterline, pari al 42,6% del consolidato di gruppo.
Si è chiuso in crescita per l’ottavo anno consecutivo l’ultimo esercizio fiscale (chiuso il 3 aprile 2021) di Victoria Plc, la multinazionale inglese del flooring con attività produttive e commerciali nei segmenti piastrelle ceramiche, carpet, LVT, sottofondi e accessori.
I ricavi netti consolidati del gruppo hanno raggiunto i 662,3 milioni di sterline, con un aumento del 6,6% sull’esercizio precedente (+7,4% a cambi costanti) e l’Ebitda è salito a 127,4 milioni di sterline, con un margine del 19,2% sui ricavi.
Per il gruppo quotato alla Borsa di Londra (capitalizzazione di 1,5 miliardi di euro) è proseguita soprattutto la scalata nel settore ceramico, dove già si posiziona tra i top player mondiali con le aziende e i brand acquisiti a partire dal 2017: dopo la prima acquisizione di Ceramica Serra in Italia sono seguite quelle di Keraben, Ibero e Saloni in Spagna, poi, nuovamente in Italia, con Ceramiche Ascot e Keradom nel 2020, fino a Ceramiche Colli e Ceramiche Santa Maria il 21 aprile 2021, un investimento da 35 milioni di euro necessario per aumentare la capacità produttiva in Italia (ora a 25 milioni mq/anno) e completare il portafoglio prodotti e marchi.
Nell’ultimo esercizio fiscale – al netto quindi delle ultime acquisizioni – i ricavi del segmento ceramico hanno superato per la prima volta quelli dell’attività core, il soft flooring, in Europa. Infatti, delle tre divisioni operative del gruppo, la “UK & Europe Ceramic Tiles”, che comprende tutte le attività nel segmento piastrelle in Italia e Spagna, è quella che ha registrato l’incremento maggiore di fatturato, +15,8%, salito a 282,4 milioni di sterline, ossia il 42,6% del consolidato di gruppo. Keradom, acquisita nel dicembre 2020, ha contribuito per 4 mesi sul bilancio della business unit.
Poco sotto la divisione “UK & Europe Soft Flooring” che comprende le attività in UK, Irlanda, Olanda e Belgio nel segmenti carpet, sottofondi, LVT, erba artificiale e accessori, che si è fermata a 280,4 milioni di sterline (-0.6% sull’anno precedente), pari al 42,3% dei ricavi totali.
È attiva nel segmento soft flooring anche la BU Australia che ha registrato ricavi per 99,6 milioni di sterline.
Non solo. La divisione ceramica è quella che nell’ultimo anno fiscale ha generato anche le marginalità maggiori, nonostante gli effetti pro-forma delle acquisizioni di Ibero, Ascot e Keradom abbiano compresso l’Ebitda (-7,7%), il cui margine si è comunque attestato al 22,3% contro il 17,5% della divisione soft flooring.
A spiccare sono state soprattutto le performance di Victoria Italia che hanno superato la soglia dei 100 milioni di euro di fatturato. Nonostante lo scoppio della pandemia abbia rallentato di qualche mese la piena integrazione di Ascot, comprata a marzo 2020, in 12 mesi i ricavi generati in Italia sono infatti cresciuti del 146%, da 34,6 a 85,2 milioni di sterline, grazie all’acquisizione di nuovi importanti clienti e all’ingresso in nuovi mercati, soprattutto in Europa Orientale e Nord America.
Ora, con le acquisizioni di Colli e Santa Maria, Victoria Italia non solo punta ai 150 milioni di euro di fatturato, ma – come dichiarato dal Board di Victoria – già dal primo anno potrà anche generare non meno di 10 milioni di euro di Ebitda aggiuntivi, man mano che si riporterà in casa la produzione oggi realizzata da terzi.
La scalata della multinazionale del flooring nel settore ceramico non si limita alle sole acquisizioni, che sono anzi sempre affiancate da importanti investimenti per sviluppare la crescita interna. In questi 4 anni il gruppo ha infatti investito decine di milioni di euro nei suoi stabilimenti per migliorare produttività e qualità, logistica e servizio. Lo dimostra il percorso di crescita di Ascot (dove fra l’altro è stato appena ammodernato il reparto levigatura), che dopo appena un anno è ora stabilmente profittevole. E lo conferma anche il piano 2021-22 da 15 milioni di euro per nuovi investimenti in Italia, parte dei quali destinata allo sviluppo interno.
Pur essendo una società quotata, quindi sempre attenta agli aspetti finanziari del business, “Victoria è una società industriale operante nel flooring, non un investitore finanziario, ed è interessata allo sviluppo del settore a lungo termine”. A sottolinearlo è il CEO del gruppo, Philippe Hamers, che aggiunge: “Abbiamo piani ben precisi per incrementare la nostra presenza nel settore ceramico e stiamo attualmente esaminando diverse opportunità potenziali, alcune di esse in Italia. L’Italia, con la Spagna, ci interessa in modo particolare poiché la qualità e lo stile delle ceramiche prodotte qui sono fra i migliori al mondo”.
Victoria Plc conta circa 3.500 dipendenti e oltre 20 stabilimenti in UK, Europa, Australia e Stati Uniti.
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