Laminam inaugura la seconda linea a Borgo Val di Taro
A vent’anni dalla fondazione, Laminam continua a crescere grazie a internazionalizzazione, trasformazione digitale e innovazione sostenibile.
Laminam, tra i leader mondiali nella produzione di grandi superfici ceramiche, ha festeggiato il 5 novembre il raddoppio dello stabilimento di Borgo Val di Taro (Parma), inaugurato nel settembre 2016 con una prima linea a cui oggi si aggiunge la seconda.
L’investimento – oltre 50 milioni di euro che comprendono anche l’ampliamento in corso nello stabilimento russo di Dobrino – cade nel ventennale dalla fondazione dell’azienda e rappresenta un altro passo importante nel percorso di crescita del gruppo di Fiorano Modenese. Traguardo che Laminam ha voluto celebrare insieme a 150 ospiti tra dipendenti, fornitori, rappresentanti delle istituzioni e dell’industria ceramica nazionale.
A fare gli onori di casa, il Presidente e CEO Alberto Selmi, affiancato sul palco dei relatori da Edoardo Lanzavecchia (Managing Partner del fondo Alpha Group), Giovanni Savorani (Presidente Confindustria Ceramica) e Stefano Bonaccini (Presidente della Regione Emilia Romagna), in un evento che ha offerto l’occasione per parlare di futuro, innovazione tecnologica, trasformazione digitale e sostenibilità e di come affrontare le sfide più prossime per il settore.
“Evoluzione sostenibile”, titolo dell’evento, è stato il leit motiv dell’intervento di Alberto Selmi, iniziato con il ringraziamento al fondatore di Laminam, l’Ing. Franco Stefani: “Dal suo sogno di 20 anni fa e dalla sua visione pioneristica è nato il seme di quello che siamo oggi”, ha affermato Selmi. “E ancora da pionieri, entriamo in una nuova fase che ci vede impegnati in un processo di crescita volto a un cambio di posizionamento, da produttori di lastre ad azienda leader nel mondo delle Superior Natural Surfaces per l’Architettura e il Design, sempre più vicina al mercato, ai clienti, alle persone”.
Di certo, l’evoluzione di Laminam può contare su basi decisamente solide, confermate dai risultati: +27% il tasso di crescita medio annuo dei ricavi nel quinquennio 2014-2019, a cui è seguito un 2020 stabile per gli effetti della pandemia e del lockdown, per tornare a correre nel 2021, registrando nei primi 9 mesi dell’anno un incremento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2019 e con previsioni estremamente positive per la fine dell’anno.
A confermare la solidità dell’azienda, i 100 nuovi assunti nel solo 2021, che portano a 700 i dipendenti del gruppo, di cui 500 in Italia e 200 all’estero.
“Abbiamo l’ambizione di continuare a crescere del 20-25% l’anno”, ha confermato Selmi, spiegando come, per garantire questo sviluppo, l’azienda segua tre direttrici principali: trasformazione digitale, internazionalizzazione e innovazione sostenibile: “Le tecnologie digitali, nel DNA di Laminam fin dalla sua nascita, per massimizzare l’efficienza ed entrare in contatto diretto col mercato; l’internazionalizzazione per raggiungere più rapidamente i consumatori; e l’innovazione sostenibile perché non si può fare economia senza sostenibilità, così come non si può essere sostenibili senza economia”.
In tema di internazionalizzazione, oltre ai due stabilimenti in Italia, Laminam dispone dal 2017 di un sito produttivo in Russia, 10 filiali commerciali (la più recente, Laminam Australia, è nata lo scorso giugno) e numerosi poli logistici e showroom in tutto il mondo che sostengono un export in oltre 100 Paesi, con ricavi pari al 79% del fatturato consolidato.
Sul fronte della sostenibilità, emerge con chiarezza come essa non sia un concetto astratto per Laminam, dove “tutto - dal prodotto, ai processi, alla supply chain, alle persone - è pensato per misurare e contenere il proprio impatto”, ha rimarcato Selmi.
L’elenco delle iniziative portate avanti in questo ambito è lungo: dalla politica integrata Qualità-Ambiente-Sicurezza adottata nel 2021, alla ISO 14001 ottenuta per gli stabilimenti italiani, al processo avviato per ottenere la ISO 450001 e la ISO 20400, alla Certificazione EPD estesa a tutti i prodotti, allo studio del Carbon Footprint Aziendale, al secondo Bilancio di Sostenibilità pubblicato quest’anno.
Come ha ricordato Selmi, le stesse tecnologie di ultima generazione installate nel sito produttivo di Borgo Val di Taro permettono di migliorare sensibilmente le performance ambientali: un mulino continuo, un atomizzatore e un forno ad altissima efficienza energetica, il reparto formatura con due nuove presse Superfast, la linea di decorazione digitale che riduce i consumi d’acqua e di materiali, fino agli impianti di depurazione, unici nel settore, che abbattono drasticamente le emissioni in aria (organiche o inorganiche); su questi sistemi di filtrazione a carboni attivi è peraltro in corso una ricerca per valutare anche la possibilità di catturare la CO2.
A questo si aggiunge l’uso estensivo del fotovoltaico per l’autoproduzione di energia pulita, l’elettrificazione del processo produttivo e della logistica, senza dimenticare il completo riutilizzo delle acque di processo e degli sfridi di produzione nella fase di preparazione dell’impasto.
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