Ceramica italiana, un 2024 tra luci e ombre
Le vendite totali di piastrelle si attestano a 376 milioni mq (+1,9% sul 2023) con il traino sostanziale delle esportazioni. Ancora in calo la produzione (-2%).
È stato un 2024 a luci e ombre quello che l’industria italiana delle piastrelle di ceramica si è messo alle spalle, caratterizzato, da un lato, da un lieve incremento dei volumi di vendita e, dall’altro, da una nuova contrazione della produzione e dei ricavi.
Stando al preconsuntivo elaborato da Prometeia per conto di Confindustria Ceramica e presentato nella tradizionale conferenza stampa di fine anno dell’associazione, le vendite totali in volume sono salite a 376 milioni mq (+1,9% rispetto al 2023). Come sottolineato dal presidente di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi, si tratta di un piccolo segno più che, di fatto, mantiene le vendite totali sui livelli, già fortemente contratti, del 2023, mentre, rispetto ai dati pre-pandemia (407 milioni mq venduti nel 2019), la flessione è nell’ordine del -7,5%.
In dettaglio, a fine 2024, le vendite sul mercato domestico sono state prossime agli 85 milioni mq (+0,3%), mentre le esportazioni hanno raggiunto i 291 milioni mq (+2,4%), grazie ad un graduale recupero di vendite in Nord America e Asia che hanno compensato le maggiori difficoltà sui mercati europei. Qui, più che altrove, si sono fatti sentire gli effetti della flessione degli investimenti nell’edilizia residenziale. Secondo l’Osservatorio previsionale Prometeia-Confindustria Ceramica, nel 2024 la contrazione delle costruzioni residenziali in Europa Occidentale è stata del -3,5%, con Germania e Francia tra i Paesi con andamento molto negativo, mentre in Italia è atteso un peggioramento nel 2025 dovuto all’esaurimento degli effetti degli incentivi alla riqualificazione. Migliore la situazione negli Stati Uniti e nei Paesi del Golfo dove gli investimenti in costruzioni residenziali sono stimati in crescita nel 2024 rispettivamente del +3,8% e del +3,2%.
Che lo scenario rimanga comunque complesso per la piastrella Made in Italy è confermato dagli altri due dati negativi: la produzione totale di piastrelle, stimata in calo del 2% sul 2023, ossia intorno ai 366 milioni mq, e il fatturato totale del settore, atteso in calo di circa il 5% rispetto al 2023, quindi sotto i 6 miliardi di euro, come conseguenza della riduzione dei prezzi di vendita.
Le sfide del settore sui tavoli UE
Commentando i dati dell’industria ceramica, il presidente di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi, si è soffermato sui temi più caldi che il settore si trova ad affrontare – decarbonizzazione, energia e concorrenza sleale -, che dipendono in gran parte dalle decisioni che saranno prese a livello di Unione Europea. “Il contesto competitivo nel quale le nostre aziende sono chiamate a operare – ha affermato - sarà determinato da decisioni di straordinaria importanza che l’Europa prenderà nei prossimi mesi”.
Partendo dal capitolo “decarbonizzazione”, Ciarrocchi ha sottolineato come l’industria ceramica italiana sia “a favore di una decarbonizzazione pragmatica, che avvenga in tempi adeguati alle tecnologie realmente disponibili, evitando però di continuare a penalizzare la nostra industria che, grazie ai rilevanti investimenti fatti nel corso degli anni, ha già avviato percorsi con riduzione nelle emissioni che non hanno pari nel contesto internazionale”. Secondo il presidente, è quindi essenziale che “nella definizione delle norme in tema ambientale si abbandoni l’approccio ideologico seguito finora - che definisce aprioristicamente il traguardo ed i tempi -, senza considerare quali siano i possibili percorsi da intraprendere per arrivare al risultato”.
Ciarrocchi ha poi ribadito come sia ormai fondamentale ed urgente la revisione del sistema ETS, dove “la speculazione trasferisce in modo assurdo risorse dall’economia reale alla finanza e dove l’assenza di alternative tecnologiche trasforma l’obbligo di acquisto di quote di CO2 in una tassa sulla produzione. Un sistema che penalizza anche la cogenerazione, ossia la tecnologia che presenta i maggiori livelli di efficienza energetica a parità di energia primaria utilizzata”.
Molto critico, Ciarrocchi, anche sul tema della revisione a livello UE del BREF Ceramico (ossia le nuove norme che individueranno le migliori tecniche disponibili ed i limiti ad esse associate). Al riguardo, il presidente ha puntualizzato come le attuali bozze registrino “limiti incomprensibilmente bassi, il cui rispetto appare tecnicamente impossibile e dove nessuna valutazione economica è stata svolta per identificarne l’effettiva sostenibilità – una condizione invece richiamata espressamente dalla nuova Direttiva sulle Emissioni Industriali 2.0”.
Infine, è stato ricordato come l’Italia sia penalizzata da prezzi del gas metano e dell’energia elettrica molto più alti rispetto sia a quelli dei concorrenti internazionali che degli altri paesi europei, “un problema – ha detto Ciarrocchi - che va risolto con il completamento del mercato unico dell’energia, in grado di evitare troppe disparità continentali e di costruire un campo di regole e di aiuti per le imprese realmente armonizzato”.
Pressione sui dazi antidumping verso l’India
Altro tema all’ordine del giorno affrontato da Augusto Ciarrocchi è quello del commercio internazionale che presenta forti criticità causate dalla concorrenza sleale. L’attenzione, in questo caso, è rivolta soprattutto alle crescenti importazioni in Europa di piastrelle ceramiche a basso costo dall’India, prodotte in fabbriche con discutibili livelli di tutela dei lavoratori e dell’ambiente.
Come previsto fin dall’inizio, l’applicazione degli attuali dazi, inferiori al 10%, si è rivelata assolutamente incapace di contrastare l’aumento dell’export indiano sui mercati europei. Per Ciarrocchi, quindi, occorrono “politiche e strumenti di difesa commerciale adeguati ed è indispensabile alzare significativamente i dazi antidumping all’import di piastrelle indiane”. Una misura peraltro richiesta anche nei confronti della Cina relativamente all’importazione di stoviglierie.
Sempre in tema di commercio internazionale, è stata ribadita la necessità che l’Europa approvi il ‘made in’, ovvero l’obbligatorietà dell’indicazione di origine dei prodotti, un provvedimento a tutela del consumatore europeo, oltre che, secondo Ciarrocchi, “una misura in grado di combattere efficacemente le distorsioni derivanti dall’Italian sounding, recuperando rilevanti introiti per le produzioni fatte nel nostro paese”.
L’export verso gli USA
Durante l’incontro, si è affrontato anche il tema dei rischi di rialzo di dazi e tariffe all’import negli Stati Uniti, che generano preoccupazione per un settore che è primo esportatore di piastrelle negli USA in valore e terzo in volume (23,5 milioni mq esportati nei primi 10 mesi del 2024). La preoccupazione, peraltro, non riguarda solo i possibili minori flussi di ceramica italiana venduti oltremare, ma anche la possibilità che altri Paesi esportatori verso gli USA dirottino in Europa i volumi finora collocati negli Stati Uniti.
“Come ceramica italiana”, ha dichiarato il presidente, “siamo certi di poter affrontare qualsiasi discussione e negoziato con l’appoggio delle nostre istituzioni, consapevoli della qualità dei nostri prodotti e del livello dei nostri prezzi di vendita, in media doppi rispetto a quelli della concorrenza presente sul mercato statunitense”.
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| 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | % Var. 23/22 | 2024 Forecasts Preconsuntivi |
Produzione | Mln m2 | 400.7 | 344.3 | 435.3 | 431.2 | 373.7 | -13.3% | ~ 366 (-2.0%) |
Vendite interne | Mln m2 | 83.5 | 73.3 | 91.2 | 92.7 | 84.4 | -9.0% | 85 (+0.3%) |
Exports | Mln m2 | 323.4 | 317.7 | 364.1 | 356.2 | 284.8 | -20.1% | 291 (+2.4%) |
Vendite totali | Mln m2 | 406.9 | 391.0 | 455.3 | 448.9 | 369.2 | -17.8% | 376 (+1.9%) |
Fatturato | Mln € | 5,341 | 5,132 | 6,166 | 7,186 | 6,175 | -14.1% | ~ 5,900 (-5.0%) |
La responsabilità ambientale al centro della nuova campagna Ceramics of Italy
‘Io scelgo la responsabilità. Fallo anche tu’ è il titolo della nuova campagna di comunicazione lanciata il 13 gennaio da Ceramics of Italy sui canali social e composta da cinque video e un set di strumenti digitali. La campagna è stata pianificata da subito in Italia, Francia e Germania a cui seguiranno Scandinavia, Austria, Svizzera, Benelux ed i Paesi anglosassoni Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.
La campagna vuole sottolineare due elementi fondamentali per l’industria ceramica italiana: l’importanza di un commercio internazionale basato su regole uguali per tutti i concorrenti e l’attenzione all’ambiente, alle persone ed al territorio.
Per l’industria ceramica italiana l’impegno a ridurre l’impronta ambientale attraverso investimenti importanti risale agli anni ’70: nel corso di mezzo secolo, il livello di emissioni in atmosfera, il riciclo degli scarti di lavorazione, la riduzione dell’energia necessaria per produrre un metro quadrato di piastrelle e lastre ha raggiunto e definito le Best Available Techniques – i valori di riferimento a livello mondiale. A questi sia aggiungono i protocolli per la sicurezza sul lavoro e sulla qualità dell’aria, il dialogo sociale sulla silice cristallina, le iniziative di formazione e numerose attività di welfare aziendale.
Cover photo: Atlas Concorde
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