Oltre ai risultati dell’industria delle piastrelle, Confindustria Ceramica ha presentato anche i dati relativi ai comparti sanitari, stoviglieria e porcellana, materiali refrattari e laterizi.
L’industria italiana delle piastrelle conferma il record di ricavi nel 2022, a 7,2 miliardi di euro (+16,5% sul 2021), con vendite a 449 milioni mq (-1,4%). In frenata il primo trimestre 2023, con un calo di export in volume del 25%.
Stimate per il 2022 vendite totali a 458 milioni mq (+0,7% sul 2021). La competitività del settore continua ad essere penalizzata dai costi energetici fuori controllo.
Secondo i dati pubblicati nell’indagine statistica nazionale di Confindustria Ceramica la produzione in Italia si è attestata a 4,46 milioni di tonnellate raggiungendo i livelli del 2019.
L’industria ceramica italiana archivia un 2021 straordinario, con ricavi totali a 7,5 miliardi di € (+21% sul 2020). La parte del leone spetta come sempre al settore delle piastrelle che ha fatturato quasi 6,2 miliardi di € (+20% sul 2020 e +15,4% sul 2019), di cui 5,2 miliardi da esportazioni.
Firmato il 23 giugno un “Memorandum of Understanding” tra Confindustria Ceramica e BKRI per aumentare il flusso di argille tedesche verso l'industria ceramica italiana.
Dalle incognite su disponibilità e prezzi del gas alla corsa per sostituire le materie prime ucraine. L’industria ceramica italiana affronta la sfida del nuovo capitolo “rincari” in uno scenario di mercato che resta molto positivo. Il commento di Savorani, Tioli, Fabbri e Verdi.
Secondo i preconsuntivi di Confindustria Ceramica e Prometeia, le vendite totali hanno raggiunto i 458 milioni mq, segnando un +12% sul 2019, anno pre-covid. L’export segna un +15% sul 2020 e un +13% sul 2019, mentre le vendite in Italia tornano a crescere dopo 20 anni (+9% sul 2019).
Al via oggi, a Bruxelles, “The European Ceramic Days”, che ogni anno riuniscono rappresentanti dell'industria europea della ceramica insieme a funzionari e responsabili delle politiche della UE
Bollette energetiche più che triplicate da inizio anno stanno annullando gli effetti della ripresa economica. A rischio la tenuta degli attuali volumi produttivi negli ultimi mesi dell’anno
Via libera già dal 27 aprile alla riapertura dei reparti produttivi nel distretto ceramico italiano, che rientra tra quelli di “rilevanza strategica in quanto fortemente orientati all’export”.
Già siglato da Confindustria Ceramica con i sindacati un protocollo per garantire la ripresa delle produzioni ceramiche in piena sicurezza. L’appello degli industriali per riaprire le fabbriche al più presto.
L’allarme di Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica: “Siamo molto preoccupati, perché le decisioni messe in campo dal Governo italiano per arginare la diffusione del contagio stanno minando la competitività del settore”
L’Assemblea ha approvato la fusione per incorporazione di Andil in Confindustria Ceramica, che ora rappresenta anche i produttori italiani di laterizi.
Confindustria Ceramica ha presentato i dati relativi all’andamento dei tre comparti nel 2018. Bene i refrattari e la stoviglieria, in flessione i sanitari.
La produzione di piastrelle si ferma a 415 milioni mq (-1,6%), il fatturato del settore perde il 3% scendendo a 5,4 miliardi di euro. Elevatissimi gli investimenti tecnologici, ancora oltre i 500 milioni di euro.