Comparto del decoro ceramico in terzo fuoco
Il fatturato complessivo è stato nel 2002 di circa 350 milioni di euro. Le imprese del campione hanno fatturato circa 147 milioni di euro, in calo del 2,7% rispetto ai 151 milioni del 2001.
Lo spostamento della produzione verso decori e pezzi speciali, sempre più richiesti dalle imprese ceramiche in conto vendita, porta a gonfiare i fatturati attuali e a fare previsioni ottimistiche.
Per il 2003, infatti, si prevede uno spostamento del 2% a favore del conto vendita nella ripartizione del fatturato. Rimane stabile la divisione tra pavimenti e rivestimenti, rispettivamente il 33 e il 67% del fatturato.
Continuano a crescere le dimensioni delle aziende. In media ogni realtà impiega circa 50 dipendenti, anche se sono cresciute di quattro punti percentuali, rispetto al 2000, le aziende con un numero maggiore di dipendenti. Anche le lavorazioni sono sempre più diversificate e ad elevato valore aggiunto.
Se l'83% delle imprese del campione producono a ciclo completo, un'altrettanto alta percentuale (86%) svolge attività di ricerca e progettazione suddivisa in ricerca estetica, caratteristiche di prodotto, materie prime e smalti. Circa il 35% delle progettazioni sono poi immesse sul mercato dove rimangono per circa due anni.
Si conferma buono il livello tecnologico del campione. Ogni impresa possiede in media 10 macchine, una ogni cinque addetti.
E' elevato il numero di macchine per applicazione graniglia di vetro, mentre calano, nonostante il loro numero rimanga alto, i forni a rullo e le linee serigrafiche. In crescita anche il numero di macchine per applicazioni a freddo e per specifiche lavorazioni.
Tra i problemi più sentiti dalle imprese del comparto, al primo posto la ristrettezza degli ordini seguito dai tempi di consegna troppo stretti, dai prezzi non remunerativi e dai tempi di pagamento troppo lunghi. Da un confronto con i dati dell'indagine precedente emerge l'aggravarsi dei problemi relativi agli ordini troppo piccoli e ai prezzi non remunerativi, cresciuti rispettivamente del 16 e 12% rispetto al 2000.
Tra i limiti allo sviluppo l'eccessiva concorrenza, la bassa ricettività del mercato ai prodotti e servizi offerti e la difficoltà nel reperire figure professionali qualificate.
La difficoltà a formare alleanze e le limitate dimensioni delle imprese sono, invece, due segnalazioni indicative in un momento in cui le aziende, data l'elevata concorrenza, devono dar vita a dei gruppi per poter restare sul mercato.
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