Piastrelle italiane in deficit di redditività
Secondo l'associazione dei produttori, il preconsuntivo di quest'anno è tutt'altro che confortante. Le vendite totali del settore sono arrivate a quota 617,5 milioni di metri quadrati: la diminuzione è legata ad una flessione sul mercato italiano di -2,5% (ora pari a 174,5 milioni di metri quadrati) e ad una lieve crescita delle esportazioni (+0,5%), che hanno raggiunto i 443 milioni di metri quadrati. Nel corso dell'anno le aziende hanno di conseguenza stretto la produzione, puntando a ridurre le scorte di magazzino; i volumi prodotti si sono attestati così su 622 milioni di metri quadrati (-2,5%).
Quanto alla redditività aziendale, sui conti delle imprese italiane ha pesato lo spostamento verso mix di offerta a più alto prezzo di vendita, realizzato attraverso un incremento più che proporzionale dei costi di produzione. Si sono così ridotti i margini della gestione caratteristica, che unita agli appesantimenti degli oneri finanziari ha portato ad una riduzione della redditività netta. Nelle imprese con fatturati superiori a 40 milioni di euro il ROE è passato da 6,4% dell'esercizio 2000 al 2,1% attuale; per le imprese di dimensioni minori, il calo ha eroso lo 0,4% del 2000 fino a valori negativi.
Nel corso del 2002, le aree di mercato più dinamiche sono state il Nord America (+9,2%), i paesi del Far East e dell'Australia (+3,2%). Le maggiori difficoltà sono state registrate invece nei cosiddetti paesi contendibili dell'Europa Comunitaria (-3,1%), dove il consumo complessivo risulta in calo soprattutto a causa delle difficoltà congiunturali del mercato tedesco
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Negli approfondimenti:
Il mercato mondiale della ceramica
Le previsioni per il 2003 e il 2004
Il commento di Sergio Sassi
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Nel corso del 2002, in tutto il mondo, sono stati consumati 4,68 miliardi di metri quadrati di piastrelle di ceramica. Secondo l'Osservatorio Previsionale Prometeia Assopiastrelle la crescita è stata pari al 3,3%, a causa di una espansione del 4,7% nei cosiddetti mercati contendibili, e di limitato incremento (+1,3%) su quelli aperti alla concorrenza internazionale. Quest'ultimo dato non era mai sceso al di sotto del 3%, e rappresenta il più basso tasso di crescita mai registrato nel corso degli ultimi 15 anni.
Il rallentamento della congiuntura mondiale, secondo Assopiastrelle, ha dunque inciso per la prima volta anche nel settore delle piastrelle in ceramica, che da sempre segna invece performances migliori rispetto alla media.
I primi segnali di ripresa sul mercato mondiale delle piastrelle in ceramica sono attesi per il 2003, quando l'espansione del consumo si attesterà a +5.2. L'incremento, secondo Prometeia-Assopiastrelle, sarà essenzialmente concentrato sui mercati non contendibili (+6,1%). Sarà più contenuta invece la crescita nei mercati contendibili (+3,8%), con punte particolarmente elevate in Europa Centro Orientale (+7,6%) e Nord America (+4,9%), dove comunque la dinamica espansiva è in netto rallentamento.
"E' bene considerare - sottolinea Assopiastrelle - che tali previsioni scontano aspettative di un marcato sviluppo dell'attività economica dei nuovi paesi entranti nella UE, cosa storicamente accaduta. Tra gli elementi di incertezza, il fatto che l'arena dei mercati contendibili registra un numero crescente di competitori che, anno dopo anno, rendono sempre più forte ed agguerrita la concorrenza".
Nel 2004, i consumi cresceranno ancora del 6,4%, con un buon andamento sia sui mercati non contendibili (6,6%) che su quelli contendibili (+6,1%). Fra questi ultimi, in particolare, si prevede un buon andamento nell'Europa Centro Orientale (+9,9%).
"Più infrastrutture, investimenti in ricerca e sviluppo, valorizzazione del Made in Italy". E' questa, secondo il presidente di Assopiastrelle Sergio Sassi, la ricetta per dare nuovo smalto alla competitività della piastrelle di ceramica italiana nel mondo. Sassi, intervenendo questa mattina alla presentazione delle indagini di settore promosse dall'associazione, ha tracciato un quadro difficile per le imprese italiane. "I numeri - ha sottolineato - ci dicono che negli ultimi anni la crescita è stata zero, con parecchie ombre sulle performances dei bilanci delle aziende. Come ha evidenziato nei giorni scorsi il presidente Ciampi, è in atto una perdita complessiva di competitività del Paese alla quale siamo chiamati a trovare soluzioni".
Sull'industria ceramica pesano in particolare le storiche carenze infrastrutturali del distretto di Sassuolo, che si sommano al deficit di investimenti pubblici in ricerca e sviluppo. A fronte di investimenti pari al 7-10% del fatturato realizzati dalle aziende del settore ceramico negli ultimi anni, le risorse delle imprese sono in calo.
"Troviamo interessante - ha aggiunto Sassi - la proposta avanzata dal consigliere di Confindustria, Diana Bracco, a favore di una tassa di scopo che possa finanziare la ricerca anche in settori tradizionali come quello delle piastrelle". Ultimo punto della "ricetta" Sassi è la valorizzazione del prodotto italiano, con iniziative come "Live in a I style" lanciata da Assopiastrelle.
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