Macchine per ceramica: fatturato 2022 a +5,2%

Secondo i preconsuntivi Acimac - MECS, il settore italiano dei macchinari e tecnologie per l’industria ceramica chiude il 2022 con un giro d’affari di 2,16 miliardi di euro (+5,2% sul 2021) e quattro mesi di produzione assicurata nel 2023.

Nonostante un anno complicato per diversi fattori, il settore italiano delle tecnologie e macchinari per l’industria ceramica chiude il 2022 con ricavi in crescita: secondo le stime sui preconsuntivi elaborati dal MECS - Centro Studi Acimac, il giro d’affari dell’intero comparto ammonta a 2.164 milioni di euro, in aumento del 5,2% sul 2021.

Crescono, rispetto all’anno passato, sia l’export sia la domanda interna: le vendite all’estero, pari al 75% del fatturato totale e da sempre traino del settore, salgono a 1.618 milioni di euro (+5%), mentre quelle sul mercato italiano segnano un +6%, a 546 milioni di euroA livello di ordini, il comparto chiude l’anno con una produzione assicurata per i primi 4 mesi del 2023.

«Senza la doppia tenaglia del caro energetico e dei ritardi nella componentistica - dichiara Paolo Lamberti, presidente di Acimac -, commenteremmo un anno florido sotto tutti i punti di vista, invece abbiamo una prestazione di settore “strozzata”, anche se comunque positiva. Le avvisaglie le avevamo notate anche un anno fa: al momento ci troviamo in una situazione di generale “salute”, ma in un contesto di filiera dove hanno tutti la febbre. Auspichiamo che nel 2023 la supply chain delle materie prime possa riprendere a pieno regime, e che il rincaro energetico possa venire anestetizzato. In generale, tuttavia, le sensazioni sul 2023 non sono positive».

L’emergenza energetica di quest’anno, aggravata anche dal conflitto tra Russia e Ucraina, ha accelerato l’esigenza per le aziende clienti di dotarsi di tecnologie improntate all’efficientamento energetico: il settore è già pronto a fare la sua parte, con un’ampia gamma di soluzioni adatte per una produzione più sostenibile, come la fiera Tecna ha ampiamente dimostrato. Ma, almeno sul piano nazionale, Acimac chiede al Governo nuovi incentivi che aiutino le aziende a dotarsi di tecnologie di Industria 4.0, unica via per agevolare la transizione energetica.

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