Ceramica made in Italy: il 2008 chiude in rosso


Come tutti gli analisti e gli operatori attendevano, anche il settore della ceramica made in Italy è stato colpito dalla crisi internazionale. Il made in Italy si appresta a chiudere il 2008 con un calo sia nelle quantità prodotte (-6,4%, ferme a 523 milioni di mq) sia nelle vendite che si contraggono del 6,7%, evidenziando la tendenza delle aziende italiane ad evitare l'immagazzinamento del prodotto finito.
A pesare in maniera determinante sui risultati il crollo del consumo sul mercato domestico, come sottolineato nel corso dell'annuale conferenza stampa dal presidente di Confidustria Ceramica Alfonzo Panzani e dal direttore Armando Cafiero.
I consumi nazionali calano del -9,2% a 183,5 milioni di mq, con una perdita di 19 milioni. Di questi, 151 restano però appannaggio dei produttori italiani. Si tratta del calo più drammatico dal 1993, anno in cui il consumo si contrasse di 26 milioni di mq, seppur compensato dalla tenuta delle esportazioni, contrariamente a quanto è accaduto quest'anno. Le vendite estere dei produttori italiani di piastrelle di ceramica sono infatti scese anch'esse di 19 milioni di mq, assestandosi su 359 milioni di mq (-5,2% sul 2007).

Tale rilevante flessione dei volumi deriva da un calo delle vendite indirizzate verso l'Europa Occidentale (-6,5%) e di quelle in Nord America (-20,6%) - le due principali aree di destinazione dei materiali ceramici italiani -, solo in parte controbilanciate da crescite nella domanda di piastrelle di ceramica italiane verso i ‘nuovi paesi UE' (+7,1%), gli ‘altri paesi europei' (+4,8%) e l'Asia (+3,4%).

Sul versante dei costi aziendali, emerge come i costi totali di fabbricazione crescano del +4,64%, a causa di una fiammata inflativa dell'energia termica (+14,22%), di quella elettrica (+6,97%), delle materie prime (+4,83%), dei corredi ceramici e delle lavorazioni esterne su prodotti (+4,65%). In rialzo anche gli oneri finanziari, dovuti principalmente al forte aumento nei tassi di interesse registrato nel periodo.

Per quanto riguarda le prime stime sul 2009, vista l'incertezza internazionale, il presidente Panzani si mostra moderatamente ottimista sulle previsioni fatte da Prometeia, nonostante l'ulteriore calo previsto. La produzione totale italiana è stimata a -4,1%, quale risposta ad una flessione delle vendite totali del -3,8%.

Pur rimanendo in campo negativo, tale previsione trova la sua giustificazione tanto dalle vendite sul mercato interno (-4,4%, dal -9% dell'anno in corso), quanto anche dall'export (-3,6%, dal -5,1% del 2008), quest'ultimo agevolato dal fatto che, secondo alcuni analisti, per gli Stati Uniti esistono fondate aspettative per una progressiva fuoriuscita dalle secche della crisi di mutui subprime.

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