Costruzioni mondiali in forte espansione al 2025
Secondo l’indagine Cresme, nel 2021 il mercato globale delle costruzioni toccherà il livello record di 8.807 miliardi di Euro (+6,4% sul 2020) e continuerà a crescere fino al 2025 ad un tasso medio annuo del 3%.
Per il mercato mondiale delle costruzioni mondiali si sta delineando un 2021 in decisa ripresa, contrassegnato da un incremento record dei volumi (8.807 miliardi di euro, +6,4% sul 2020) che va a superare i livelli pre pandemici. Secondo Cresme Ricerche, che ha presentato la sua ultima indagine in occasione dell’assemblea generale di ACIMAC lo scorso 10 settembre, il trend di crescita continuerà anche nel 2022 (+3,5%) per poi rallentare il passo allineandosi all’andamento dell’ultimo decennio, oscillando attorno al +3%.
“Tutti gli indicatori convergono verso una fase di espansione per il settore, primo catalizzatore della ripresa economica in atto e prevista”- ha sottolineato Antonio Mura, direttore tecnico di Cresme Ricerche e responsabile di Simco, la piattaforma informativa che monitora trimestralmente gli scenari di 150 Paesi (il 99% del Pil mondiale) e incrocia 160 diverse fonti statistiche per prevedere gli sviluppi a cinque anni.
Secondo l’indagine, gli stimoli monetari e fiscali messi in pista dalle istituzioni nazionali e internazionali e l’impennata dei risparmi accumulati dalle famiglie nell’anno del lockdown hanno già spinto i tassi di crescita degli investimenti in costruzioni, di fatto molto superiori al trend del Pil in quasi tutti i mercati mondiali, con le sole eccezioni di Giappone, Germania e USA.
Entrando nel dettaglio dei numeri, Cresme rileva che, su un mercato globale che vale quest’anno 8.807 miliardi di euro, il segmento residenziale incide per 3.209 miliardi di euro (il 36,4% del totale), con una crescita prevista di 200 miliardi di euro al 2025. L’edilizia non residenziale pesa per il 31% (2.651 miliardi di euro), le opere pubbliche per i restanti 2.947 miliardi (33%).
L’andamento nelle varie aree geografiche
A livello di macroaree, l’Oceania è la regione dove si stima il più forte recupero della produzione edilizia nel 2021 (+7,6%) dopo il -3,6% segnato nel 2020. Seguono l’Asia, dove Cresme prevede un aumento degli investimenti del +7,4%, con Cina e India a fare da locomotori, il Nord America (+6,3%), il Sud America (+5,7%, insufficiente però a recuperare il -13,5% del 2020) e l’Africa (+5,7%). Chiude l’Europa con un +4,1% che va a compensare il -4,8% del 2020.
Scendendo ancora nell’analisi a livello di singola nazione, è la Cina a fare la parte del leone. Secondo Cresme, il mercato cinese delle costruzioni vale, nel 2021, 2.730 miliardi di euro (il 30% del mercato globale) e crescerà ad un ritmo del 3,1% annuo fino al 2025.
Seguono gli Stati Uniti (1.241,1 miliardi; il 14,1% del totale) che cresceranno all’1,5% annuo, il Giappone e la Germania, che pesano rispettivamente il 5,4% e il 4,4% del totale mondiale. Tra i grandi mercati, il Giappone è l’unico per il quale si prevede una contrazione dell’edilizia nei prossimi 4 anni (-2,1% annuo fino al 2025), mentre il mercato tedesco dovrebbe rimanere stabile con una crescita media annua dello 0,2%.
In Italia, decima nella classifica per dimensioni del mercato delle costruzioni (186,2 miliardi di euro e 2,1% del totale mondiale), Cresme prevede una crescita media annua del 3,6%.
Sostenibilità e recupero dell’esistente
Un macrotrend strettamente legato al settore immobiliare è quello della sostenibilità che spingerà la domanda verso nuovi materiali, rinnovabili, duraturi e isolanti, ma soprattutto spingerà i mercati occidentali a recuperare l’esistente e a non investire in nuove costruzioni. Qui spicca il dato record dell’Italia, mercato in cui le ristrutturazioni – spinte dagli incentivi pubblici e in particolare dal superbonus al 110% - arriveranno quest’anno a rappresentare il 77% degli investimenti edilizi, a fronte di un dato medio europeo attorno al 50%. A titolo di confronto, in Cina i rinnovi valgono meno del 9%.
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