Una Tremonti Ter europea per rottamare macchinari e restare competitivi


In qualità di Presidente di Acimac (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine e Attrezzature per Ceramica) che rappresenta circa 160 aziende che realizzano un giro d’affari attorno ai 2 miliardi di Euro con una quota export superiore al 70%, non posso non accogliere questa proposta e sposarla appieno.

Come ha ricordato il professor Fortis, infatti, il “Vecchio Continente” rimane la più importante potenza mondiale per valore aggiunto nell’industria manifatturiera, capace di attutire, nei Paesi a più alta vocazione industriale (Italia compresa) i colpi della recessione mondiale.
Crediamo debba essere pertanto l’industria manifatturiera la leva sui cui i governi nazionali e quello europeo devono agire per far partire l’economia. L’Europa può infatti attivare un potente volano di domanda interna continentale incentrato sugli investimenti in innovazione di processo.

Il riammodernamento dei mezzi di produzione europei (il 25% dei macchinari installati nelle fabbriche europee ha più di 20 anni) consentirebbe, tra l’altro, alle nostre aziende di mantenere e rafforzare il gap tecnologico nei confronti dei competitor delle altre aree geografiche. Esclusi i computer, sono infatti le macchine europee di ultima generazione che consentono alle imprese dei vari settori industriali di essere più efficienti, più sicure, più rispettose dell’ambiente, a più alto valore aggiunto, esteticamente all’avanguardia.

Oltre a questo fondamentale vantaggio competitivo, una misura condivisa a livello europeo di rottamazione del parco macchine installato contribuirebbe in maniera importante al rilancio dell’economia dell’area Euro, incrementando le entrate fiscali degli Stati, stimolando i consumi delle famiglie e di tutti coloro che lavorano nell’industria manifatturiera e del suo indotto, generando così un volano virtuoso >>.


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