Produzione e consumo mondiale di piastrelle di ceramica (2018)
- Nel 2018 la produzione mondiale di piastrelle ha registrato una flessione del 3,6% a 13.099 milioni mq; stesso calo percentuale anche per il consumo mondiale, sceso a 12.818 milioni mq.
- Stabili i flussi di import-export, a 2.749 milioni mq; ancora in forte contrazione l’export cinese.
Sarà pubblicata in novembre la 7a edizione del volume “Produzione e consumo mondiale di piastrelle ceramiche” realizzato dall’Ufficio Studi Acimac: 260 pagine di grafici, tabelle e commenti che analizzano nel dettaglio l’andamento decennale al 2018 di industria, mercato, consumi pro-capite e flussi esportativi sia per macro-aree geografiche che per i 76 maggiori Paesi produttori, consumatori, esportatori o importatori di piastrelle.
Lo studio ci consegna una fotografia dell’industria e del mercato globali in decisa flessione nel 2018.
Il rallentamento (o il mancato recupero) di molte economie nazionali, le nuove tensioni geopolitiche e commerciali, il diffuso indebolimento della domanda e il conseguente inasprimento della concorrenza internazionale hanno condizionato pesantemente l’andamento del settore e dei suoi maggiori player. La produzione e il consumo di piastrelle ceramiche a livello globale hanno perso il 3,6% scendendo rispettivamente a 13,1 e 12,8 miliardi mq (è la prima flessione in 20 anni di rilevazioni). I flussi di import-export non si sono mossi dai livelli del 2017, fermi a 2.749 milioni mq, il 21,5% dei consumi totali.
All’interno dei dati complessivi emergono le inevitabili disomogeneità nell’andamento dei singoli Paesi e macroregioni.
In Asia la produzione è scesa a 8.980 milioni mq (-5,2% sul 2017), a causa del forte calo dei volumi prodotti in Cina, solo in parte compensato dalla crescita in India, Vietnam, Indonesia e Iran. Praticamente invariata la produzione in Europa, pari a 1.984 milioni mq (+0,3% in Unione Europea a 1.366 milioni mq, e +0,5% in Europa extra-UE a 618 milioni mq), mentre in lieve flessione è risultata quella del continente americano (da 1.436 a 1.412 milioni mq).
Di rilievo è lo sviluppo che continua a registrarsi da 4-5 anni in Africa, dove la produzione a fine 2018 era stimata intorno ai 718 milioni mq (+3,2%); oltre all’Egitto, che conferma il suo primato nel continente attestandosi sui 300 milioni mq, e alla Nigeria che ha già raggiunto i 114 milioni mq, spiccano gli incrementi a doppia cifra in Algeria (+20%) e in alcuni Paesi dell’Africa subsahariana (+33% in Ghana, +12% in Tanzania e +20% in Sudan, Uganda, Etiopia e Kenya), dove le produzioni, prevalentemente riconducibili ad investimenti cinesi, sono state avviate a partire dal 2015 e si collocano tra i 10 e 40 milioni mq.
Sull’andamento delle esportazioni globali ha ancora una volta pesato la contrazione registrata in Cina, a cui si sono aggiunte le flessioni rilevate in Italia e Messico, compensate dagli incrementi di altri tre grandi Paesi esportatori, ossia Spagna, India e Brasile.
A segnare in maniera decisa il 2018 è stato certamente l’andamento opposto dei due maggiori protagonisti, Cina e India: da un lato l’Annus horribilis dell’industria ceramica cinese (-11% la produzione, -5,6% l’export, -28% il fatturato); dall’altro la conferma della fase ancora decisamente espansiva dell’industria indiana, con un nuovo balzo in avanti della produzione (+6% a 1.145 milioni mq) e soprattutto dell’export (+20% a 274 milioni mq). Peraltro, osservando le performance sui mercati internazionali, tale andamento è proseguito anche nei primi mesi di quest’anno, con l’export cinese che perde in volume un altro 9% e quello indiano che continua a crescere di oltre il 20%.
Leggi l’articolo completo pubblicato su Ceramic World Review 133/2019
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