Macchine per ceramica: fatturato 2021 a +45%
Secondo i preconsuntivi elaborati da MECS - Centro Studi Acimac - il giro d’affari dei costruttori italiani di macchine per ceramica sale quest’anno a 2.145 milioni di euro (+45% sul 2020). A preoccupare fortemente il settore l’aumento del 30% dei costi di produzione nonostante i 6 mesi di produzione assicurata per il 2022.
Il 2021 rappresenta l’anno della ripresa per il settore dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica che, con una crescita del 45% chiuderà l’esercizio un giro d’affari stimato pari a 2.145 milioni di euro.
L’export continua a fare la parte del leone contribuendo per 1.522 milioni di euro (+40% rispetto al 2020), ma segni molto positivi provengono anche dal mercato italiano che, in termini assoluti, genera un valore complessivo di 623 milioni di euro (+58% rispetto all’anno precedente).
Sono questi, in sintesi, i dati preconsuntivi elaborati da MECS-Centro Studi Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica).
Sul mercato domestico le imprese hanno beneficiato delle misure d’incentivo del Piano Nazionale Transizione 4.0, mentre la crescita a livello internazionale è da imputare alla ripresa del settore dopo due anni di investimenti piuttosto contenuti.
La ripartenza a pieno regime degli stabilimenti industriali è tuttavia parzialmente offuscata dal fenomeno del rincaro dei prezzi delle materie prime e della componentistica (quest’ultima penalizzata anche dai forti ritardi nei tempi di consegna), dall’incremento delle tariffe dei trasporti via mare e via terra e dal caro energia.
Al netto dei 6 mesi di produzione assicurata per il 2022 stimati dal Mecs, tale situazione globale rischia di incidere negativamente sul comparto, oltre a mettere un freno alla ripartenza dell’economia nazionale.
“I segnali positivi che avevamo colto già un anno fa si sono concretizzati – ha dichiarato Paolo Mongardi, presidente di Acimac – Il settore ha messo a segno risultati davvero eccezionali, ma difficilmente replicabili nel 2022 date le differenti basi di partenza. Inoltre, nonostante i 6 mesi di produzione assicurata dagli ordini già acquisiti, prevediamo un fisiologico rallentamento della crescita. Desta forte preoccupazione anche l’innalzamento del 30% dei costi di produzione, ormai non più assorbibile dalle aziende. Come Associazione – conclude Mongardi - stiamo lavorando per ottenere interventi urgenti di sistema a supporto delle imprese, affinché la ripresa produttiva ed economica continui senza ulteriori difficoltà.”
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