Macchine per ceramica in netta ripresa

L’industria italiana dei costruttori di macchine per ceramica e laterizio chiude il primo semestre 2021 con un incremento del fatturato del 54% sul primo semestre 2020 e del 12,8% sullo stesso periodo del 2019.

Dopo un triennio in flessione (-3,5% nel 2018; -19,8% nel 2019; -14,5% nel 2020), il 2021 potrebbe essere l’anno della svolta per l’industria italiana dei costruttori di macchine e attrezzature per ceramica e laterizio.

Se il primo trimestre di quest’anno si era chiuso con un incremento del fatturato del 33,3% (+38% l’export e +27,3% il mercato interno), ancora più netto è stato il recupero nel secondo trimestre, con ricavi in crescita del 76,2% sullo stesso periodo del 2020, grazie ad un +90,3% sul mercato domestico e un +70,1% in esportazione. A rilevarlo è il Centro Studi Mecs/Acimac.

Complessivamente, tra gennaio e giugno 2021, le vendite del settore sono aumentate del 53,9% rispetto al primo semestre del 2020 (quando le aziende scontarono tra marzo e aprile il lockdown nazionale e un rallentamento già in atto negli investimenti in beni strumentali); il recupero sul mercato domestico è stato del 55,6%, quello sui mercati esteri del 53,5%.

Ma il dato ancora più incoraggiante viene dal confronto con il periodo pre-pandemia: a fine giugno 2021 il giro d’affari del settore superava del 12,8% quello del primo semestre 2019.

Secondo il Presidente Acimac Paolo Mongardi, non è ancora possibile parlare di normalizzazione della congiuntura economica, ma questi dati indicano che la direzione post pandemia sia quella giusta. L’anno scorso, nonostante la perdurante crisi globale, il nostro comparto ha lavorato per reagire in modo positivo alla difficile situazione, riuscendo a mantenere alta l’occupazione e rallentando la caduta del 2019. I dati del primo semestre 2021 vedono i primi forti segnali di ripresa, prova più che tangibile di un’onda d’urto che le nostre aziende hanno saputo reggere e respingere. Sebbene la prudenza debba continuare ad essere alta, siamo fiduciosi che la clientela nazionale e internazionale stia avviando una ripresa degli investimenti in tecnologie per cavalcare la ripresa già in atto nel settore dell’edilizia.

Come si era chiuso il 2020

Come anticipato nei preconsuntivi lo scorso dicembre, l’industria italiana dei costruttori di macchine e attrezzature per ceramiche aveva chiuso il 2020 con una nuova contrazione, confermata ora anche dalla 29esima Indagine Statistica Nazionale pubblicata dal Centro Studi Mecs-Acimac.

Come sottolineato dal Presidente Mongardi, nonostante l’andamento negativo, è rimasto pressoché invariato il numero delle imprese attive (139 contro le 141 del 2019) e quello degli occupati (6.951, 20 in meno rispetto al 2019).

Il fatturato si è invece fermato a 1,48 miliardi di euro (-14,5% sul 2019), complice non solo la situazione economica internazionale dovuta alla pandemia, ma anche l’esaurirsi in Italia dell’effetto traino degli incentivi fiscali di Industria 4.0 e la riduzione degli investimenti in nuove tecnologie iniziata nell’ultimo semestre del 2018.

Le vendite sul mercato interno sono scese a 392 milioni di euro (-16,2% sui 468 milioni del 2019), mentre l’export ha perso il 13,9% fermandosi a 1.086 milioni di euro, pari a 73,4% del fatturato totale.

Sui mercati internazionali, il 27,9% delle vendite (299 milioni di euro) sono state realizzate in Unione Europea, prima area di destinazione delle macchine italiane per ceramica, nonostante la flessione del 17,8% sul 2019. Al secondo posto l’Asia (Cina esclusa) con vendite pari a 161 milioni di euro (-13,8%). Al terzo il Sud America, dove la contrazione delle vendite è stata molto meno marcata, attestandosi a 139 milioni di euro (-3% sul 2019). Un risultato rilevante è stato conseguito invece in Cina, unica area in crescita rispetto al 2019, dove la tecnologia Made in Italy è riuscita a mettere a segno un incremento di vendite del 57,6%, passando dai 63 milioni di euro del 2019 agli oltre 100 milioni del 2020, andando ad intercettare la forte domanda di impianti per la produzione di grandi lastre ceramiche.

I settori clienti e le macchine più vendute

Nella suddivisione del fatturato tra i settori clienti, il 2020 ha visto confermata la predominanza dell’industria delle piastrelle ceramiche (1,2 miliardi, -17% sul 2019) che ha inciso per l’82,5% sul volume d’affari complessivo.

In controtendenza le vendite di macchine destinate al settore dei laterizi, salite a 90 milioni di euro (+11,8% sul 2019), così come quelle per l’industria della stoviglieria cresciute del 60,5%.

Per quanto riguarda le tipologie di impianti più vendute, spicca il balzo in avanti degli impianti per la formatura (263 milioni di euro, +12,8% e una quota del 17,8% sul fatturato totale), spinto in larga parte dalla domanda di impianti per la produzione di grandi lastre ceramiche.

A seguire, per volume di fatturato, le macchine per la preparazione delle materie prime (239 milioni di euro) e gli impianti di finitura e utensili diamantati (217 milioni di euro).

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