Spagna: riaprono l'edilizia e le fabbriche

Il distretto ceramico di Castellon riapre dopo le due settimane di fermo delle attività produttive non essenziali imposto dal Governo Sanchez il 29 marzo scorso. Via libera anche ai cantieri edilizi

Il distretto ceramico di Castellon riapre dopo le due settimane di fermo delle attività produttive non essenziali imposto dal decreto legge 10/2020 del Governo Sanchez il 29 marzo scorso. Nessun prolungamento, quindi, e via libera alla riapertura dei cantieri edilizi, così come ai produttori di piastrelle e ai fornitori di macchine, smalti e colori.

Già dal 10 aprile, ma in pratica tra il 13 e il 14 aprile passato il weekend pasquale, tutte le aziende in grado di garantire le condizioni di sicurezza dei lavoratori possono tornare in attività, pur continuando a privilegiare il telelavoro laddove possibile.

Le linee guida indicate dal governo e dal ministero della Sanità prevedono la distanza di 2 metri tra gli addetti (restano a casa però le donne incinte e quanti soffrono di patologie croniche), fornitura di mascherine e tute omologate, test di prevenzione, scaglionamento di ingressi e uscite, sanificazione costante degli ambienti, divieto di assembramento nelle aree comuni e negli spogliatoi.

Il via libera alla Fase 2 per le attività produttive (resta invece confermato il confinamento a casa per il resto della popolazione) era stato fortemente auspicato dalle imprese che temevano un’estensione del blocco (come si è verificato invece in Italia). Va peraltro ricordato che alle aziende spagnole era già stato consentito il proseguimento delle spedizioni di merci a magazzino.

Nel frattempo, il 12 aprile ASCER - l’associazione dei produttori spagnoli di piastrelle, guidata dal presidente Vicente Nomdedeu (nell'immagine a destra) - e i sindacati hanno ratificato un documento (“Piano di Continuità rispetto al coronavirus SARS-CoV-2”) elaborato dal Servizio di Prevenzione UNIMAT sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero della Sanità, da applicare all’industria produttrice di piastrelle ceramiche: un compendio di tutte le misure già implementate o comunque da adottare dalle aziende del settore per garantire la salute dei lavoratori e la prevenzione dai rischi in vista della ripresa dell’attività.

  • Nel settore ceramico la ripresa sarà graduale

“Sarà una ripresa molto graduale, data la domanda in caduta libera delle ultime settimane”. Ad affermarlo è la stessa ASCER, che il 3 aprile già calcolava in un -60% il calo degli ordini della prima settimana di chiusura, con punte di oltre l’80% proprio sul mercato interno.

Secondo l’associazione, la riaccensione dei forni non significherà un immediato ritorno alla normalità che, al contrario, richiederà diversi mesi e sarà scandito dal recupero della domanda della clientela nazionale e straniera.

I principali mercati della piastrella spagnola sono lo stesso mercato nazionale (25%), l’Europa e gli Stati Uniti, ossia le aree più colpite dalla pandemia e quelle nelle quali sono state prese le misure più restrittive per il contenimento della propagazione del Covid-19.

“Ci troviamo di fronte ad una pandemia globale che ha provocato la contrazione della domanda in tutto il mondo – prosegue la nota di ASCER – oltre al fatto che il nostro settore è minacciato sui mercati internazionali dalla presenza di altri produttori stranieri che non hanno dovuto fermare le proprie produzioni”.

Il fatto che in Spagna possa riprendere l’attività edilizia nei cantieri (resta esclusa ogni attività di ristrutturazione nelle abitazioni occupate) rappresenta una boccata d’ossigeno per il comparto ceramico.

Altra fonte di forte preoccupazione per il comparto ceramico spagnolo è la liquidità delle imprese. Per ASCER è urgente che il governo inietti liquidità immediata e diretta alle aziende (come la proroga del pagamento delle imposte e gli anticipi IVA), per evitare la distruzione del tessuto produttivo, imprenditoriale e sociale.

Nel 2019 l’industria spagnola delle piastrelle ceramiche ha registrato vendite per 3.740 milioni di Euro con una forza lavoro di oltre 15.000 addetti diretti.

  • Il settore dei macchinari

Anche la maggior parte delle aziende costruttrici di macchine per ceramica del distretto di Castellon tornano al lavoro il 14 aprile. Alcune, in realtà, avevano già ripreso parzialmente la settimana scorsa, sia per effettuare lavori di manutenzione o spedizioni all’estero, sia, da venerdì 10 aprile, per fornire l’assistenza tecnica durante la riaccensione dei forni a quelle aziende che volevano riprendere la produzione già durante il weekend festivo.

  • La ripartenza dei colorifici    

Ripresa a singhiozzo anche per i colorifici spagnoli, anch’essi alle prese con la caduta degli ordini. Secondo Anffecc, l’associazione che riunisce i produttori spagnoli di fritte, smalti e colori ceramici, il ritmo lo detterà l’andamento della domanda di materiali nel corso del mese. Ad esempio, Fritta dovrebbe ripartire in un primo periodo al 50% della produzione, con la metà del personale a riposo ogni settimana.

Come spiegava Joaquin Font De Mora (nell'immagine a destra), presidente dell’associazione, per i colorifici ceramici la ripresa dell’attività produttiva, per quanto non a regime, rappresentava una reale necessità, dato che questo tipo di materiali non consente l’immagazzinamento se non per quantità molto limitate. Fra l’altro, la possibilità di continuare a servire la clientela straniera con le esportazioni nelle ultime due settimane ha consentito di mantenere un minimo di fatturazione, ma aveva ormai eroso gli stock, sufficienti per soddisfare le richieste solo per pochi giorni ancora. Un eventuale prolungamento del blocco oltre il 10 aprile sarebbe quindi stato deleterio.

 
 

Hai trovato utile questo articolo?

Unisciti alla community di CWW per ricevere ogni 15 giorni le principali novità da tutto il mondo sul settore ceramico

Leggi altro in "Economia e mercati"